Benvenute e benvenuti su CoffeeNSupes, la rubrica sui supereroi da leggere in pausa caffè!
Tazzina alla mano, vi accompagnerò in un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei film sui supereroi più e meno conosciuti fino a spingerci nelle profondità della psicologia, filosofia, sociologia, mitologia e narrativa nascoste tra le righe degli affascinanti eroi e villain moderni.
In questo appuntamento parleremo del film Captain America: The Winter Soldier e ci soffermeremo sullo sviluppo del personaggio di Steve. Ma prima, rewind: nelle puntate precedenti abbiamo introdotto il supereroe con il film dedicato alla sua origin story e abbiamo analizzato The Avengers, il primo capitolo dedicato ai Vendicatori. Ora, zuccherate i caffè e allacciate i mantelli…
Nerds, assemble!
Captain America: The Winter Soldier
Se la origin story dedicata al primo Vendicatore era stata progettata richiamando il cinema di guerra, questo nuovo capitolo riporta alla mente i thriller di spionaggio. Captain America: The Winter Soldier offre una lettura che si basa su due questioni chiave della sicurezza, ovvero l’etica dell’uso della forza preventiva e i pericoli dello sfruttamento del caos per un vantaggio politico. Steve Rogers trova uno SHIELD corrotto internamente dalle ceneri (o meglio, dalle teste) di quell’HYDRA che aveva combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale.
“Taglia una testa, ne rispuntano due”, e così l’organizzazione terroristica si infiltra nella stessa organizzazione spionistica antiterroristica creata per contrastarla. Coloro che sembravano lottare per il bene si rivelano agire per portare caos e manipolare in questo modo i cittadini per raggiungere il loro ordine terroristico. I buoni diventano dei nemici pubblici e sono costretti a combattere senza potersi fidare di nessuno, contando solo sulle proprie risorse. Cap deve scontrarsi non solo con questo ribaltamento, ma soprattutto con la sua morale appartenente ad un mondo ormai passato, nel quale i confini tra bianco e nero erano molto più netti.
L’evoluzione di Cap: Vedova Nera e Falcon
Nella missione di Cap di adattarsi al nuovo mondo risultano fondamentali i legami che stringe con Natasha Romanov e con Sam Wilson. Steve si è addormentato negli anni Quaranta e si è svegliato negli anni Duemila, senza più niente e nessuno se non i propri ricordi. Nostalgico del suo tempo, è completamente all’oscuro di quegli anni che per il mondo sono trascorsi ma per lui non sono mai esistiti. Dal momento in cui ha riaperto gli occhi ha usato le missioni dello SHIELD come scusa per non doversi connettere veramente con la società contemporanea. Similmente, anche Natasha è disconnessa dal mondo a causa del suo passato e lo SHIELD pare essere la sua unica ragione di vita.
Vedova Nera è riuscita a scappare dalla Russia guadagnandosi faticosamente il suo posto dalla “parte dei buoni” solo per poi scoprire che alla corruzione non c’è fine. Sam Wilson, invece, è un veterano di un progetto speciale governativo. Se Vedova Nera capisce la sensazione di solitudine di Steve e lo aiuta a comprendere la scala di grigi della morale contemporanea, Sam condivide la sua esperienza da soldato sul campo di battaglia. Il suo personaggio viene introdotto per aiutare Cap ad adattarsi alla nuova società, a connettersi con qualcuno del nuovo mondo che abbia però esperienze simili alle sue. Attraverso la sua amicizia con Sam, Steve riesce a recuperare in qualche modo il tempo trascorso ma perso e a riconnettersi con la nuova società trovando il suo posto all’interno di essa.
L’evoluzione di Cap: Bucky aka The Winter Soldier
Bucky e Steve sono legati fin dall’infanzia. È stato Bucky l’unico ad aiutare Steve dopo la morte dei genitori, a proteggerlo dai bulli, e il primo a credere in lui. Hanno combattuto insieme contro l’HYDRA e proprio durante una missione Bucky viene dato per morto. Quando, decenni dopo, Cap se lo ritrova davanti nei panni del nemico Winter Soldier è costretto a decidere se eliminare la minaccia o salvare il suo amico. Ma noi conosciamo Cap, sappiamo che farebbe di tutto pur di salvare ogni vita. Non riesce a vedere in lui un assassino a sangue freddo, ma un uomo intrappolato e privato dei ricordi, privato del libero arbitrio.
La sua missione diventa quella di salvarlo, anche se Winter Soldier ancora non è consapevole di dover essere salvato. E così nello scontro finale è disposto anche a lasciar cadere nel vuoto il suo scudo, privandosi dell’unica arma che potrebbe aiutarlo a sconfiggere il nemico. Ma a lui non importa, perché il suo obiettivo è quello di salvare la vita dell’amico, anche a costo della sua. Fedele al suo codice morale e all’amicizia che li unisce, Steve rassicura Bucky “sarò con te fino alla fine”. È lì che Bucky inizia a tornare in superficie.
Il mondo è una scala di grigi
In questo film Steve abbandona lentamente la visione del mondo in bianco o nero e si approccia ad una morale che lascia spazio ad una scala di grigi. Seppure restando sempre fedele alla propria rigida etica, Cap si adatta ad un mondo dove i confini del bene e del male sono sfuggevoli. Capisce la complessità della società contemporanea, la sua ambiguità morale, in cui perfino un’organizzazione come lo SHIELD può essere corrotta, e il suo migliore amico può diventare una spietata macchina da guerra.
In Captain America: The Winter Soldier, il supereroe reagisce alla minaccia dell’HYDRA realizzando che non sempre essere un buon soldato significa combattere dalla parte del bene. Ridefinisce la sua struttura grazie anche all’aiuto dell’influenza di Vedova Nera e di Falcon. Se da una parte rinforza il suo codice d’onore, dall’altra comprende che non può porre fiducia nelle istituzioni, ma solo nelle persone. È questa evoluzione che lo porterà in Civil War a non fidarsi degli Accordi di Sokovia e del governo.
Continua a seguire la rubrica CoffeeNSupes per ripercorrere insieme tutti i film sui supereroi. Ti aspetto venerdì prossimo con un nuovo appuntamento!
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Rubrica a cura di Eleonora Chionni