Alla voce “precocità nei risultati” la storia del tennis italiano negli ultimissimi anni sta venendo riscritta da due teenager che hanno raggiunto risultati incredibili per giocatori della loro età. Jannik Sinner e Lorenzo Musetti hanno stabilito già diversi record nella propria carriera, alcuni legati proprio agli Internazionali di Roma. L’altoatesino e il carrarese però non sono gli unici a essersi tolti belle soddisfazioni nella storia del Master romano. Andiamo a vedere quali sono stati i risultati più rilevanti raggiunti da teeneger italiani nella storia del Master romano nell’Era Open.

I primi teenager a vincere agli Internazionali di Roma

Nel 1968 avviene lo storico inizio della cosiddetta Era Open, ma all’epoca non tutti i tornei avevano effettuato l’ufficiale transizione dal mondo amatoriale a quello professionistico. Tra questi vi era proprio il torneo della capitale, che quell’anno vedeva la partecipazione di addirittura tre teenager, Ezio Di Matteo, Piero Toci e Adriano Panatta. Il primo, a 19 anni e 6 mesi, si spinse addirittura fino al terzo turno, battendo John McDonald e la testa di serie numero 12 Jose Mandarino nei primi due incontri. Ai sedicesimi si arrese a un Juan Gisbert che arrivò fino ai quarti. Toci a 18 anni e 10 mesi conquistò la prima delle uniche due vittorie ottenute in carriera a Roma contro Terry Addison, venendo fermato al secondo turno da Ilie Nastase.

Panatta esordì a Roma non ancora maggiorenne, a 17 anni, 9 mesi con una vittoria su Alvaro Pena. Nel secondo turno venne fermato da Ray Ruffels (testa di serie n.10 quell’anno), così come da Manuel Orantes e Zeljko Franulovic nelle due successive apparizioni da teenager agli Internazionali. A fargli compagnia nel ’71 ci fu un altro giovane tennista, appena maggiorenne, che vincerà con lui la Davis cinque anni dopo. Corrado Barazzutti perse al primo turno contro un Pietrangeli sul viale del tramonto quell’anno, ma nell’edizione successiva si spinse fino agli ottavi, dove fu sconfitto anche lui da Nastase.

Gli anni ’80 di Pistolesi, Nargiso e Pescosolido

L’esordio di Claudio Pistolesi nel 1985 a Roma fu ancora più precoce di quello di Sinner, rendendolo a 17 anni, 8 mesi e 19 giorni uno dei più giovani (se non il più giovane) esordienti agli Internazionali di Roma. Pistolesi ne giocò tre edizioni da teenager, vincendo solo una partita nell’86 contro Alejandro Ganzabal. Nell’88 fu la volta di Diego Nargiso che, entrato nella maggiore età da poco meno di due mesi, batté la testa di serie numero 11 del torneo Emilio Sanchez (il quale vinse il titolo a Roma tre anni dopo).

Uscì il turno successivo per mano di Ricki Osterthun, ma l’anno dopo a 19 anni conquistò gli ottavi di finale battendo proprio Pistolesi. In quell’edizione esordì un altro tennista non ancora maggiorenne, Stefano Pescosolido. Il nativo di Sora è stato certamente un esempio di precocità, avendo ottenuto i risultati più importanti della carriera (tra cui due titoli) prima dei 23 anni. A Roma non ebbe mai tanta fortuna, e due dei cinque match vinti in carriera al Foro Italico sono arrivati proprio da teenager. Il primo nel ’90 contro Duncan Lawson e il secondo nel ’91 contro il coetaneo e futuro campione a Wimbledon nel ’96, Richard Krajicek.

Gli anni ’90 e la desolazione dei 2000

Negli ultimi trent’anni, prima di Sinner e Musetti (di cui parleremo più avanti), i teenager italiani a Roma non si sono resi protagonisti di risultati particolarmente rilevanti (e con “rilevanti” si intende quanto meno il raggiungimento del secondo turno). Negli anni ’90 troviamo Renzo Furlan, che a pochissimi giorni dal ventesimo compleanno centra la prima delle cinque vittorie in carriera agli Internazionali, contro Martin Strelba. Tre anni dopo un altro giocatore alla soglia dei venti esordisce con una vittoria nel torneo della capitale, Andrea Gaudenzi.

L’attuale presidente dell’ATP in quell’occasione batté Francisco Roig, venendo fermato al turno successivo dal ventunenne futuro semifinalista di quell’edizione, Michael Chang. Da lì per ritrovare un teenager vittorioso a Roma bisogna aspettare proprio Jannik Sinner. Dei giocatori ancora in attività quello che quantomeno ha preso un gettone a Roma prima dei vent’anni è Fabio Fognini, che nel 2006 a 18 anni e 11 mesi venne sconfitto al primo turno da Thomas Johansson. La consolazione di Fabio forse è che due giorni prima nelle qualificazioni aveva battuto un altro teenager, che da lì avrebbe cominciato la sua scalata a numero 1 del mondo, Novak Djokovic.

Il rinverdimento degli ultimi anni

Come detto, per ritrovare una vittoria di un teenager agli Internazionali di Roma dobbiamo fare un salto al 12 maggio 2019, quando Jannik Sinner a 17 anni, 8 mesi e 28 giorni batte in tre set Steve Johnson, diventando il più giovane italiano (e decimo in assoluto) a vincere una partita di un Master 1000. L’altoatesino, wildcard quell’anno, perse poi contro Tsitsipas al secondo turno, ottenendo la rivincita sul greco l’anno successivo, quando venne battuto poi da Dimitrov agli ottavi.

In quell’anno fa il suo esordio Lorenzo Musetti, che sciocca il mondo del tennis spingendosi fino agli ottavi partendo dalle qualificazioni. Dopo aver battuto in due set sia Wawrinka al primo turno che Nishikori al secondo, il carrarese si ferma contro Koepfer. Un risultato incredibile che, a 18 anni, 6 mesi e 14 giorni, non si vedeva a Roma dal 1991, quando un appena maggiorenne Fabrice Santoro si spinse fino ai quarti di finale, battendo tra gli altri anche Pete Sampras. Anche quest’anno lui e Sinner giocheranno gli Internazionali da teenager. Chissà se aggiorneranno ancora anche il libro dei record di Roma.

ENRICO RUGGERI