Davvero c’è stato un grande complotto contro l’ex premier Giuseppe Conte? Il video dell’incontro fra Matteo Renzi e Marco Mancini, per ora, non dimostra nulla.
L’altra sera Report ha mandato in onda il servizio che mostra, nella piazzola di un autogrill nei pressi della capitale, l’ex premier Matteo Renzi mentre incontra un agente dei servizi segreti, Marco Mancini. È il contenuto del video che Report, all’interno dell’inchiesta di Giorgio Mottola e Danilo Procaccianti, ha mandato in onda poco fa. Il contatto fra Renzi e Mancini avviene il 23 dicembre 2020, in un parcheggio dell’autogrill di Fiano Romano, nei pressi della Capitale, e dura – sempre secondo Report – una quarantina di minuti. A confermare l’identità di Mancini un ex collega dello 007 italiano. Per chi non lo conosce Mancini è un agente del Dis, l’agenzia che coordina Aisi e Aise, cioè i servizi segreti che si occupano rispettivamente dell’interno e degli esteri. “Messaggio agli inconsolabili: il Governo Conte non è caduto per intrighi, complotti o incontri segreti (all’autogrill). Semplicemente Draghi è meglio di Conte e l’Italia oggi è più credibile” ha commentato lo stesso ex premier su Facebook. A cosa si riferisce Renzi?
Poi Renzi, intervistato dall’inviato di Report, fa riferimento al video girato a Fiano Romano. “Ma fino a quel momento durante l’intervista non avevamo menzionato né la foto né il video che ci sono stati mandati. Come faceva Matteo Renzi, prima dell’intervista a sapere dell’esistenza della documentazione inviataci riservatamente?”, si chiede Report. “A noi risulta un suo incontro”, dice Mottola a Renzi.
“Incontrarsi a Fiano Romano non è il massimo”, esordisce Renzi. Che poi aggiunge: “Voi fate riferimento a un video ma è strano che lo abbiate ed è molto strano che ci fosse qualcuno a riprendere nell’autogrill”.
“Le vorrei segnalare che mi pare di ricordare che questo video sia del dicembre o del gennaio del 2020-2021 e mi colpisce molto perché dovevo incontrare il dottor Mancini qui, come incontro altri dirigenti dello stato. Me ne ero dimenticato, quando lui mi manda un messaggino…’Guardi dottore, io sono già in macchina verso Firenze’. E lui mi ha raggiunto all’autogrill. Quindi è un po’ strano che ci fosse proprio lì, casualmente, qualcuno a riprendere. Chissà come mai”.
Il servizio di Report su Renzi
Un elemento, quello della provenienza del video, su cui Renzi si sofferma a più riprese. “In quel periodo erano già in discussione le nomine. Lui si è accreditato nei suoi confronti?”, ricorda l’intervistatore: “Guardi, il dottor Mancini aveva un ottimo rapporto con il presidente, professor Conte. Quindi, se vuole sapere della vicenda delle nomine ne deve parlare con il professor Conte. Per un motivo molto semplice: che io sulle nomine dei servizi non ho mai messo bocca da un giorno specifico, che è il giorno 4 dicembre 2016, quando ho perso il referendum, mi sono dimesso il giorno dopo per approvare la legge di bilancio. Dopo di che non ho più messo bocca sui servizi segreti. Sa perché? Perché c’è una legge in Italia che dice che deve decidere il presidente del consiglio”, sottolinea Renzi.
E ancora: “Per me deve decidere il presidente del consiglio con l’autorità delegata. quindi io non ho mai messo bocca sulle vicende dei servizi, ho soltanto chiesto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di lasciare il ruolo di autorità delegata perché ci sono troppe cose che non tornano su un presidente del Consiglio che si tiene l’autorità delegata. La legge prevede che si dia un incarico, Conte l’ha interpretava da un punto di vista giuridico che si possa dare ma che si possa anche non dare”.
“Mario Draghi ha scelto Franco Gabrielli, ex capo della polizia. Silvio Berlusconi sceglieva Gianni Letta, suo braccio destro e anche sinistro.Mario Monti sceglieva Gianni De Gennaro, ex capo della polizia. Enrico Letta ha scelto Marco Minniti, che io ho confermato nello stesso ruolo. Conte aveva scelto Giuseppe Conte”.
Gli incontri sospetti di Conte, secondo Renzi
Sì, “però Gentiloni aveva scelto Gentiloni”, fa presente il giornalista. “In quel caso ho fatto notare al presidente Gentiloni che a mio giudizio occorreva dare la delega, ma il presidente Gentiloni pensava di dover gestire in modo molto breve il suo mandato a Palazzo Chigi, perché si pensava che di lì a qualche mese si sarebbe andati ad elezioni e aveva detto ‘lascerò questa incombenza al nuovo presidente del consiglio essendo io a fine mandato’. Al che io gli ho detto: Paolo, secondo me fai un errore, però è un tuo problema”.
Poi, Renzi cita un evento che riguarda l’ex presidente del Consiglio e i suoi rapporti con l’amministrazione Trump: “Quando invece Conte ha scelto di tenersi la delega, ha fatto incontri un po’ strani a Palazzo Chigi nell’agosto 2019: ha incontrato cioè i vertici inviati dal presidente Trump, su una vicenda di spie abbastanza strana, ho fatto notare al presidente del Consiglio, parlandogli, andando da lui a Palazzo Chigi, ho fatto: ‘Guarda Giuseppe, fai come ti pare sulle nomine perché a me non mi riguardano’. Mai messo bocca su nessun nome, né Mancini né altri”. Il giornalista chiede una ulteriore conferma: “Questo ce lo può garantire, che né lei né nessuno del suo partito ha sponsorizzato Mancini?”.
E di nuovo la domanda del leader di Italia Viva: “Chi stavano seguendo coloro i quali fanno il video?”. A questo punto, il giornalista di Report inserisce una considerazione che innervosice Renzi: “La tempistica e’ interessante, perche’ lei prima incontra Verdini in carcere, poi va in una trasmissione televisiva a ribadire ancora una volta che conte deve cedere la delega ai servizi, e il pomeriggio incontra Marco Mancini”.
L’ex premier va su tutte le furie, fa riferimento alla tara umana dell’intervistatore: “Lei sta dicendo che io decido di dire delle cose perché incontro l’onorevole Verdini in carcere, incontro del quale sono fiero e orgoglioso. Le dico una cosa per capire la differenza fra lei e me dal punto di vista personale. Quando una persona finisce in carcere, che tu sia d’accordo o meno con la sentenza, ed è passata in giudicato e quindi fa testo per lei e per me, io non mi vergogno. Io sono andato a trovare Denis e ad augurargli Buon Natale stando con lui un quarto d’ora. Con la cella aperta, di fronte a quaranta persone e il fatto che lei anche soltanto sussurri che si possa mettere in relazione una vicenda politica con un incontro che ho fatto e di cui sono orgoglioso con una persona che stava male, perché io ho una cifra umana che lei evidentemente non ha, è semplicemente ridicolo. La miseria umana è incredibile”.
Poi, sull’incontro, aggiunge: “Con il dottor Mancini mi sono incontrato, mi doveva portare i babbi, che sono un bellissimo waffer romagnolo che il dottor Mancini mi manda tutti gli anni, che io mangio in modo molto vorace e siccome me ne sono scordato ci siamo incontrati all’autogrill. In un incontro talmente riservato che per evitare il Covid siamo rimasti fuori e casualmente c’è un video. Ma guardi che strano. Oppure lei vuole dire che il dottor Mancini è il grande ispiratore per cambiare l’autorità delegata che da mesi…Per far fare l’autorità a Mancini? Guardi, sveliamo questo segreto. L’autorità delegata non è un dirigente…Il dottor Mancini è talmente un problema per me che lo incontro all’aperto in Autogrill. se devio fare un incontro segreto non vado all’autogrill. Se voglio fare un incontro riservato vado all’autogrill più frequentato d’Italia?”, conclude Renzi.