Piero Amara, è un avvocato di 48 anni di uno studio con sedi a Roma e a Dubai, amico di molti magistrati importanti e da un paio di anni. Da un paio d’anno il caso Amara è diventato nome e volto conosciuto poiché sembrerebbe essersi immischiato all’interno di un sistema di relazioni tra consiglieri di Stato e aziende che partecipano agli appalti pubblici milionari.
Le dichiarazioni di Davigo sul Caso Amara
Intervistato a Piazzapulita, su La 7, Davigo ha affermato sul Caso Amara “Cosa ho pensato ricevendo una copia Word dei verbali di Amara? Che mi sembrava incomprensibile la mancata iscrizione. Non si possono fare atti di indagine se non si fa l’iscrizione, e quelle cose richiedevano indagini tempestive” e poi: “La via formale più semplice era rivolgersi al procuratore generale, il problema era che la sede era vacante. Qualunque strada formale avrebbe comportato il disvelamento di tutta la vicenda. C’era la necessità di informare i componenti del Comitato di presidenza, perché questo dicono le circolari, in maniera diretta e sicura […]
La questione è che si dice che avrei dovuto formalizzare: io ho ritenuto che formalizzando avrei fatto guai, però se mi fosse stato chiesto espressamente di farlo, lo avrei fatto“. Alla domanda posta dal giornalista su quale sia il suo pensiero sull’imputazione alla sua segretaria Marcella Contraffatto, ha risposto: “Nel caso sia stata lei mi ha sorpreso non poco, perché l’ho sempre considerata una persona totalmente affidabile“.
Ha affermato comunque di non essere stato lui a chiedere alla Contraffatto di spedire quelle copie.