Il 26 Aprile 2021 il leader della Repubblica araba saharawi democratica (Rasd) Brahim Ghali è stato ricoverato in un ospedale spagnolo per farsi curare dal covid-19. Il leader della Rasd si batte infatti per l’autodeterminazione del popolo saharawi e l’indipendenza dal Marocco. La scelta della Spagna di accogliere il leader “nemico” non poteva essere ben vista dal Marocco, che già il 26 Aprile aveva subito convocato l’ambasciatore spagnolo a Rabat minacciando “ritorsioni”.
Ritorsioni che sembrano essere arrivate nell’ultima settimana, quando la gendarmeria marocchina si è dimostrata poco interessata a fermare migliaia di migranti che hanno tentato di entrare nelle enclavi spagnole nel nord Africa di Ceuta e Melilla.
Secondo la ministra degli esteri spagnola Arancha Gonzalez Laya la scelta di accogliere Brahim Ghali era dettata da motivi umanitari, visto il possibile rischio di morte. Inoltre diversi esponenti politici spagnoli hanno richiesto “un maggiore impegno da parte del governo Sanchez per arrivare in tempi rapidi al referendum di autodeterminazione nel Sahara Occidentale decretato dall’Onu“. Dichiarazioni che al Marocco non sono affatto piaciute.
Hamada Selma Eddaf, ministro dell’informazione della Rasd dichiara che:
«Non ci siamo mai sottratti alla giustizia o al diritto internazionale che, al contrario di quanto sostiene Rabat, sancisce che il Sahara Occidentale è un territorio occupato anche se diventa palese come tutta la politica estera del Marocco sia condizionata da questa occupazione illegale con accuse nei nostri confronti e con il ricatto dei migranti nei confronti dell’Unione europea».
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