La Fiorentina è in fermento per compiere una grande, ma ragionata nei minimi dettagli, rivoluzione tecnica. L’addio di Beppe Iachini, arrivato in sostituzione di Cesare Prandelli per traghettare la viola verso la salvezza, è stato propedeutico all’approdo di Gennaro Gattuso, mister che ha sfiorato il piazzamento Champions League con il Napoli. Il tecnico calabrese, d’accordo con i massimi dirigenti dei toscani, indicherà tutte le criticità di rosa da sistemare in vista della prossima stagione sportiva. Uno dei primi tasselli da inserire, secondo l’ex Milan, è il portiere: Bartlomiej Dragowski dovrebbe lasciare spazio ad Alessio Cragno.
Il fiorentino Alessio Cragno nel futuro?
L’indiscrezione di calciomercato è stata battuta, nelle ultime ore, da La Gazzetta dello Sport che ha rivelato come Gennaro Gattuso vorrebbe risistemare i pali della sua nuova Fiorentina. Ma come mai il portiere polacco, tra i migliori di questa ultima e travagliata stagione, sembra essere in bilico nel progetto? Per due ragioni: Rocco Commisso vorrebbe monetizzare con la sua cessione ed il nuovo mister vuole schierare in campo un estremo difensore in grado di saper giocare bene con i piedi.
Il buon campionato disputato dall’ex Empoli, infatti, avrebbe acceso i radar di moltissimi club internazionali: dalla Bundesliga all’Inghilterra (sia Premier League che Championship) passando per la Serie A (Atalanta e Lazio), Bartlomiej Dragowski ha collezionato, nel tempo, diversi estimatori pronti a sborsare una cifra considerevole per strappare il portiere venuto dall’Est al club viola. Il classe 1997 potrebbe lasciare la Fiorentina per offerte superiori a 20 milioni di euro.
Incassato il cash dal suo addio, Daniele Pradè avrebbe la possibilità (e la forza economica) di lanciarsi alla carica del Cagliari per Alessio Cragno: fiorentino doc, l’estremo difensore della Nazionale italiana di calcio sembra non essere tra gli incedibili della società sarda. A Gennaro Gattuso piace tantissimo perché, oltra ad essere molto bravo tra i pali, è capace di attuare la costruzione dal basso per via della sua dimestichezza con il pallone tra i piedi. Una trattativa, ancora tutta da costruire, che potrebbe infiammarsi dal nulla.
ANDREA MARI
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