Jean-Paul Sartre nasce a Parigi il 21 giugno 1905, e oggi compirebbe ben 116 anni. Insieme alla compagna, Simone de Beauvoir, furono fra gli intellettuali più importanti in occidente durante il secondo dopo guerra. Per onorare una delle menti più eccellenti del novecento, ripercorriamo la sua vita e il suo pensiero esistenzialista.

Jean-Paul Sartre: la vita

Sartre si avvicinò alla letteratura grazie al nonno materno, e subito capì che quella sarebbe stata la sua strada. Dopo gli studi all’Ecole Normale supérieure, nel 1929 ottenne la cattedra in filosofia, materia che continuò a insegnare fino al 1945. Un uomo dedito a 360 gradi alla materia umanistica, infatti lui stesso fu uno dei maggiori rappresentati dell’esistenzialismo.

Dopo la seconda guerra mondiale, lascia la sua cattedra e decide di dedicarsi totalmente alle sue opere. Nel 1945 fondò anche una rivista Les Temps modernes che sintetizza le tre esperienze che furono fondamentali nella sua vita: la filosofia, la letteratura e la politica.

In politica Sartre fu fortemente influenzato dal marxismo, e durante la seconda guerra militò nel partito comunista e fece parte della resistenza contro l’occupazione nazista in Francia. Per questo motivo nel 1940 venne fatto prigioniero dai tedeschi e internato in un campo di concentramento, da cui riuscì ad uscire grazie all’aiuto di un medico che fa leva sulla sua cecità da un occhio e con un documento d’identità falso. La sua posizione politica non cambiò.

Sartre e l’avversione ai premi onorari alla sua carriera

Dopo la Liberazione, Sartre ottenne un enorme successo nel panorama intellettuale francese. Nel giro di pochissimo, diventa l’intellettuale più amato del momento tanto che l’esistenzialismo arriva a diventare una moda. Gli anni Cinquanta sono anni intensi sul fronte politico e filosofico. Ma una particolarità del filosofo francese fui rifiuto due premi importantissimi: il Nobel per la letteratura vinto nel 1964 e la Legione d’onore.

Per ricordare il celebre filosofo e scrittore, dedichiamo una citazione presa dal suo romanzo più famoso, pregante della sua filosofia esistenzialista: La Nausea (1938).

Ogni esistente nasce senza ragione, si protrae per debolezza e muore per combinazione.

Federica Tocco

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