Sembrano lontani quei tempi in cui Lorenzo Colombo alias Massimo Boldi, con i suoi fagioli alla John Wayne, ‘sognava la California‘. Torniamo ancora più indietro, nel 1984, quando Christian De Sica era Don Buro da Ceprano. Guida di liceali eccitati oltreoceano, con tutti i suoi San Crispino e Gerolamo nell’intercalare. Il gusto un po’ amaro di cose perdute, per dirlo in musica. Ma il clima da vacanza a stelle e strisce, si respira da sempre, con i fratelli Vanzina. Stasera in tv ” Vacanze in America“: “Saremo puro burini ma beata l’agnoranza, se stai bene de mente, de core e de panza“.
“Burinismo” provinciale, la quintessenza del segreto del vivere bene. La filosofia di Don Buro, che a parabole infarcite di ‘frusinate’, redarguisce gli scolari, vogliosi di belle donne e del sogno americano. Due settimane in California, basteranno alla classe romana, per non tornare più quella di prima. Come se ci fosse un biglietto per sola andata. Ma l’insegnante più moderno della scuola cattolica, Rodolfo conosciuto come Buro, rammenta il toccasana di santo Gerolamo: “chi se fa l’affari sua, torna sano a casa sua!“. Un gran da fare in questo viaggio scolastico negli States, con lo studente fuori corso, latin lover, Peo Colombo, Jerry Calà; maestro di bacino di “Que te la pongo“, reduce da “Sapore di mare“, quando non ancora americanizzato, un pattino era il suo mezzo di trasporto.
Vacanze alla Buro
Una carovana di “figli d’arte”. Anzi, un pulmann carico di figli di papà, che cantano in viaggio “0′ surdato innamurato“, che se non sapessimo con certezza la destinazione, sembrerebbe un pellegrinaggio al più vicino ‘Divino Amore‘. Nel cast del film stasera in tv, ” Vacanze in America“, i noti Christian De Sica (figlio del celebre Vittorio), Claudio Amendola (figlio di Ferruccio), Giammarco Tognazzi (figlio di Ugo), Antonella Interlenghi (figlia di Franco e di Antonella Lualdi), Fabio Ferrari (figlio di Paolo) e Fabio Camilli (figlio naturale di Domenico Modugno), i cui rispettivi genitori erano stati protagonisti nel 1960 del film “Appuntamento a Ischia“. Tutti impegnati a farsi riconoscere come i soliti italiani all’estero. “Non ce la faccio più, faccio ‘la cacca’ a forma di hamburgher, i need pasta, spaghettoni belli freschi, you know?“, dice Peo scapigliato e impenitente, con la spavalderia alla Jerry Calà.
Non mancano Ermanno Liverani detto “lo schiantatope”, ed Edwige Fenech nel ruolo di mamma apprensiva, e insolitamente casta, di uno degli studenti. Vedremo ‘il mattatore da convento’, acquistare, inconsapevolmente, cartoline porno da spedire ai fedeli; Buro, nome indeclinabile, inutile cercare il santo d’appartenenza sul calendario. “Ricordatevi il documento d’identità in saccoccia“, il lessico da ‘grattacielo’ del professore di storia e geografia, a guida degli scalmanati ‘gitaroli’.
L’America dalle Sezze meraviglie…
“Eeh, invece di essere venuto in vacanza in America mi sembra di stare alla Pensione Scarrafone di Caserta”. Ma Peo-Calà si sbaglia, siamo in Usa, dove tutto era possibile, a patto di avere i soldi. Arriveranno a dondolare i sogni oltreoceano, le note di “Country road” di John Denver. “Prondo, prondo, so’ Buro da New Yorke in trasferta“, la chiamata ‘in colletta’, tre toni di voce al di sopra dell’acustica, squarcia il sonno nella notte italiana. Un ‘bediluvio’ per i suoi calli, venutigli per le strade di Manhattan, che certo non è andar a piedi per Magliano Sabino. Un cappello che lo rende simile a “J.R.” di Dallas, sulla tonaca che porta fino nei balli in discoteca, lui che fu “cambioncino al torneo de Vetralla“. De Sica, irresistibile ciociaro, chi non metterebbe la firma per averlo come guida ‘di classe’ per gli Stati Uniti? Andando indietro nel tempo, con quell’aria anni ’80 tra i capelli, alzati in un ciuffo ribelle. E la sua frizzante allegria. “Se ce vede fratello Saverino, gliè pija na paralisi“. Parola di Don Buro.
Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici !