I primi effetti dello sblocco dei licenziamenti si sono fatti sentire a Monza, una storica azienda manifatturiera ha infatti chiuso un intero stabilimento nella provincia brianzola, licenziando i propri dipendenti tramite una mail. Questo è il primo caso, a livello nazionale, di un’azienda in chiusura alla fine del blocco dei licenziamenti del primo luglio.

Licenziati con una mail

Lo scorso sabato, dopo la fine del solito turno di lavoro, i dipendenti della Gianetti ruote, dello stabilimento di Ceriano Laghetto, hanno potuto scoprire tramite mail di essere improvvisamente senza lavoro. Il fondo statunitense Quantum Capital Partner, proprietario dell’azienda, è giunto alla conclusione che lo stabilimento non fruttasse più da tempo e che la pandemia avesse inevitabilmente minato ogni possibilità di ripresa.

152 dipendenti sono, così, andati in ferie anticipate, in attesa della definitiva chiusura dello stabilimento.

Nulla lasciava presagire un epilogo di questa natura, venerdì gli operai che hanno finito il turno di notte si erano salutati dandosi appuntamento per domani. (…) La decisione è assolutamente collegata allo sblocco dei licenziamenti. (…) Siamo alla barbarie, difenderemo i posti di lavoro.

Così intervenuto Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza, indicando chiaramente come, lo sblocco dei licenziamenti, sia uno dei fattori alla base di questa improvvisa chiusura.

Le proteste dei lavoratori

Non si è fatta attendere la risposta di lavoratori sindacati, che presidieranno il sito notte e giorno tramite della ronde, per evitare che i macchinari siano rimossi dal sito tramite un trasloco lampo. L’obiettivo dei sindacati sarà quello di tenere aperto lo stabilimento abbastanza a lungo, da convincere Confindustria a mediare con il fondo finanziario USA e così convincerlo ad usare gli ammortizzatori sociali concordati con lo Stato al posto della chiusura.

Il Governo, in accordo con le diverse parti sociali, aveva infatti previsto una cassa integrazione agevolata e delle casse speciali, prolungate rispettivamente al 31 dicembre l’agevolata e di 13 settimane le speciali.

La speranza è che si raggiunga un compromesso che permetta una soluzione dignitosa per i 152 dipendenti traditi dalla propria azienda.


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Franco Ferrari