Il ddl Zan, sommerso da oltre mille emendamenti, sparisce dal calendario dei lavori di luglio a Palazzo Madama e rischia ormai di essere rinviato a settembre. Come previsto, oggi sono state decine le richieste di modifica presentate dal centrodestra (e non solo) al disegno di legge contro l’omotransfobia: una mole talmente imponente da rendere difficile qualsiasi dialogo, a differenza da quanto promesso in questi giorni dagli stessi partiti che da mesi fanno ostruzionismo.
Sono infatti 700 gli emendamenti del Carroccio, 134 quelli di Fi e 127 quelli di Fdi. 80 quelli presentati da Paola Binetti (Udc). E i renziani, se avevano da sempre promesso che non ne avrebbero depositati, alla fine ne hanno presentati quattro. “Sono il chiaro tentativo di affossare la legge. Altro che volontà di dialogo e mediazione. Salvini sui diritti conferma di avere la stessa linea di Orban“, ha scritto su Twitter Alessandro Zan, deputato Pd e primo firmatario del disegno di legge. Intanto oggi Enrico Letta, interpellato da Repubblica, ha ribadito: “Non c’è nessun cambio di linea. Sì al confronto in Senato” ma “nessun negoziato con Salvini. Per noi il testo Camera rimane il migliore”.
Ormai, salvo colpi di scena, il disegno di legge è destinato a slittare a settembre: un rinvio che può fare comodo ai partiti in vista della campagna elettorale per le amministrative, ma che ne può sancire l’affossamento definitivo.
Le proposte di modifica chiedono per lo più la modifica degli articoli 1, 4 e 7: libertà di espressione, clausola salva idee e attività di prevenzione alla violenza omotransfobica nelle scuole. Chi ha presentato più richieste di modifica è il Carroccio con 672 emendamenti, ai quali si aggiungono 20 solo dal senatore Roberto Calderoli. Di questi oltre 1000 emendamenti, 700 sono stati presentati dal Carroccio: 672 dal gruppo e 20 a firma di Roberto Calderoli. Ma a sorpresa, e nonostante avesse detto che non lo avrebbe fatto, anche Italia viva ne ha depositato quattro: di cui due a firma del capogruppo, Davide Faraone insieme al collega Giuseppe Cucca e due di Cucca con il socialista Riccardo Nencini. In particolare i renziani puntano a trasformare la “finalità” del provvedimento per togliere il riferimento all’identità di genere, dicitura che permette la tutela delle persone trans. Forza Italia ne ha presentati 134 mentre da Fratelli d’Italia ne sono arrivati 127. La senatrice Udc, Paola Binetti da sola chiede un’ottantina di modifiche. Le Autonomie ne propongono 4. Un po’ più difficili i conti delle richieste che provengono dal gruppo Misto: 5 da Gregorio De Falco; 3 da Mattia Crucioli dell’Alternativa C’è. Alle 15.30 si riunisce la capigruppo del Senato per capire, prima dell’avvio dei lavori d’Aula previsti per le 16.30, come procedere con l’iter parlamentare. Il termine per presentare gli emendamenti è scaduto alle 12