L’autobus è fermo. L’autista legge il giornale. Ma, alla richiesta di Ornella muti di partire, Adriano Celentano innesca la marcia al famoso ’29’; inverte rotta, curva verso Fontana di Trevi, passando per Via dei Coronari quasi senza uscirvi. È la scena del film “Innamorato pazzo“, stasera in tv. Una di quelle cult, non solo per chi è tesserato Atac, ma per gli amanti della giovane coppia. È l’inizio di un innamoramento, recitato nel film. Ma tradiscono la passione, di quelle vere, gli occhi di Barnaba, il ‘tranviere‘, come si dice nella capitale per indicare l’autista dei mezzi di trasporto. Che se sono più di uno si chiamano ‘auti‘, ma solo a Roma.
Erano gli anni ’80. Vecchie ferraglie, dai sedili lucidi color avorio, erano gli autobus giallo scuro; il colore della gelosia. Che forse, avrà fatto impazzire i rispettivi coniugi dei due attori. La pellicola fu fuoco e fiamme, nelle trama e nella realtà; la ragazza borghese, principessa Cristina, figlia del re di Saint Tulipe (Adolfo Celi), è conquistata dal ferrotranviere Barnaba, sul set. Come Ornella è vinta dal ballerino di via Gluck. Il trainatore di “Azzurro“, lui che prometteva “24.000 baci” a tempo di rock, e cantava “Una carezza in un pugno“. Titolo profetico, quest’ultimo. Quantomeno, per il loro rientro a casa, finito di girare il film.
Ornella lo rende innamorato pazzo e bisbetico…
Ma Ornella Muti era la dea che tutti abbiamo visto. Fatta di quella naturalezza, addolcita dallo sguardo, e per nulla scalfita da quel sorriso, con due denti separati tra loro. “Io non ti bacerò mai“, “Sono le mai esatte“. L’ostinazione di Celentano-autista, vince su tutte le riserve dell’aristocratica fanciulla. L’ex ragazzo dei “Ribelli“, non si rassegna ai suoi continui rifiuti, e conferma sempre a tutti il 27 come data delle nozze. Quando uno ci vuole credere! Stasera in tv “Innamorato pazzo“: “Quando parte?“, “In orario, tra tre minuti e 24 secondi“. Sembra un sogno irraggiungibile la puntualità del vecchio 29; che a Piazza Pia tampona una vecchia 500 Fiat, che si inerpica per stradine e viottoli sui sampietrini, ‘molleggiato’ come il suo conducente. Non è neanche una ‘corriera’, ma viaggia come fosse una limousine. Arriva fino al mare, per la nobile-Ornella che non l’aveva mai visto. E si ritroverà così, al Lido di Castel Fusano. “A dottò, facciamo il pieno?“, “Sì, 2000!”
“2000 litri?”, “2000 Lire!”. Lui che prometteva “24.000 baci” a tempo di rock, è in riserva al distributore.
Conquista tutti Barnaba ferrotranviere, adorato dalle vecchiette che prendono il suo bus; che in una tavola di principi, di generali e cardinali, solleva l’umore, e vince sul rigore di un pranzo in ambasciata, con una barzelletta. Nel film stasera in tv “Innamorato pazzo“, della coppia Castellano e Pipolo, troviamo i grandi della scena Adolfo Celi, Tiberio Murgia, Milla Sannoner, Franco Diogene e Jimmy il Fenomeno (nei panni del benzinaio). Vecchie glorie capaci di resuscitare le pellicole più banali. “Ma lei che cosa è?” chiede il principe-Celi, “Io sono autobussiere“, risponde Celentano.
Il suo bacio è come un rock..
C’è una famosa serenata nel film, che Adriano Celentano, allestisce in piena notte sotto il balcone di Ornella Muti. Reclutando i suonatori tra i colleghi dell’Atac. Vestito come Rugantino, s’improvvisa direttore d’orchestra. Con una bacchetta, e le sue movenze di reni fuori posto e menisco roteante, dirige la banda. Le note inventate di “cotto cottissimo.. innamorato di quellalà”, destano la sua bella. Del “Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, resta solo la musica lirica da romanza. Anche se sono passati degli anni, ed era soltanto un film, e tutto è stato superato con una gran risata, resta la dichiarazione più bella, che si possa fare alla bellezza della Muti. Difficile da descrivere a parole, una storia d’amore. Meglio cantarla e consegnarla al tempo, custode di ogni verità.
Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici sempre!