Una ventina di lavoratori pakistani assunti con regolari contratti, poi costretti a lavorare 12 ore al giorno, senza riposi, ferie, né malattia. Obbligati a pagare l’affitto per un posto letto in abitazioni condivise e costretti a cedere parte dello stipendio accreditato. Al tentativo di ribellione, picchiati selvaggiamente, derubati, abbandonati per strada, imbavagliati e con le mani legate. È il terremoto del caporalato che ieri si è abbattuto su Grafica Veneta, azienda con sede a Trabaseleghe, nel Padovano, tra le più importanti nella stampa e rilegatura di libri.
I carabinieri di Padova hanno eseguito 11 arresti, di cui 9 nei confronti di pakistani e altri due a carico di italiani, nell’ambito di un’inchiesta su un’organizzazione che sfruttava lavoratori stranieri. Gli indagati sono accusati, tra l’altro, di rapina, estorsione e sequestro di persone. L’operazione ha visto impegnati anche i carabinieri di Cittadella e il Nucleo carabinieri tutela lavoro di Venezia.
L’indagine è iniziata nel maggio del 2020 quando, lungo la SS 16, nel comune di Piove di Sacco, era stato trovato un pakistano lasciato a margine della carreggiata con le mani legate dietro la schiena. L’uomo era stato vittima di un violento pestaggio e di rapina. Altri pakistani, poco dopo, erano stati trovati abbandonati per strada dopo essere stati malmenati e derubati dei loro averi, mentre cinque connazionali si erano presentati al pronto soccorso di Padova per avere subìto un analogo trattamento.
I carabinieri hanno scoperto che le aggressioni erano legate ad un unico evento e che era legato allo sfruttamento di lavoratori, tutti pakistani, da parte di un’organizzazione composta da connazionali, che si avvaleva della facciata di una società, con sede nel trentino, che forniva operai ad alcune aziende del nord.
Dalle indagini emerso che i componenti dell’organizzazione usavano metodi violenti per soggiogare e intimidire i lavoratori, tutti alloggiati in abitazioni nel padovano e impiegati all’interno della Grafica Veneta. Due persone tra cui l’amministratore delegato Giorgio Bertan, 41 anni di Camposampiero, erano a conoscenza della situazione di illegalità e per questo sono stati arrestati.