E così…Mi hanno pestato.
Con queste cinque parole sbattute in faccia al lettore si apre il racconto di Paul Dini, “Notte Oscura: una storia vera di Batman”, in cui il papà di Harley Quinn racconta la terribile aggressione subita e il vortice oscuro in cui in seguito è caduto. Anche se in realtà lui il fondo lo aveva toccato molto prima, serviva soltanto un qualcosa per fargli “aprire” gli occhi.
Peccato solo che quel “qualcosa” gli abbia spaccato la faccia lasciandogli ferite, non solo superficiali, ancora visibili dopo tanti anni.
Non è il solito genere di storia
1993, il giovane Paul Dini faceva lo sceneggiatore alla Warner Bros. Animation, il lavoro dei sogni per un ragazzo cresciuto a fumetti e cartoni animati. Più specificamente in quegli anni scriveva per la serie di maggior successo della casa di produzione: Batman. Un periodo davvero florido per lo scrittore: vinceva premi, conosceva gente influente, lavorava con il miglior team di sempre e frequentava attrici. Una in particolare, un’esordiente, che però vedeva in lui solo un trampolino di lancio e un buon amico.
Nonostante la sua vita fosse ricca sotto molti aspetti, Paul si sentiva emotivamente vuoto. Non riusciva a raggiungere la felicità, o per lo meno una sorta di serenità, e ciò lo faceva sentire così frustrato da chiudersi in se stesso.
Una sera, illuso come al solito dal suo amore per la bella attrice, invitò quest’ultima a cena. Una cena a senso unico, in cui la donna parlava solo se stessa e lui pian piano scivolava silenziosamente nelle tenebre dei suoi pensieri. Usciti dal ristorante, rifiutò, per orgoglio, di essere accompagnato da lei e si incamminò da solo per raggiungere la sua auto. Ma non era solo. Due uomini si pararono di fronte a lui per rubargli il portafoglio. Anche se quest’ultimo gli fu consegnato spontaneamente, la collaborazione non servì a nulla: Dini fu pestato e lasciato in una pozza di sangue in uno dei quartieri “in” di Los Angeles.
Da questo evento in poi ci ritroveremo nella mente dello scrittore, chiusa definitivamente al mondo, in balia delle sue paure e non solo. Paul dialogherà quasi esclusivamente con Batman, Joker, Harley Quinn, Poison Ivy, Due facce, Pinguino e altri; si psicoanalizzerà, cercando di riemergere da solo dal lago di depressione in cui è sprofondato.
“Un commovente racconto di recupero e redenzione”
Quando Tony mi disse che mi avrebbe mandato il fumetto di Batman che più amava, mai avrei immaginato di fare un viaggio all’interno della mente di uno degli scrittori che più adoro: Paul Dini.
Sono rimasta spiazzata, anche perché il titolo, “Notte Oscura: una storia vera di Batman“, non ti fa presagire nulla, anzi ti fa pensare che in qualche modo il Pipistrello di Gotham si fonda con un fatto di cronaca realmente accaduto (O almeno, è quello che ho pensato io, ma io volo con la fantasia e lo sapete. NdA).
Ma ritorniamo al padre indiscusso di Harley Quinn e alla sua “redenzione” più che recupero. E’ vero, ciò che capita allo scrittore è il perno su cui ruota tutto il volume, ma paradossalmente non è il tema principale. A un certo punto, il fatto che sia stato malmenato e che abbia riportato gravi ferite, fa da sfondo a un dolore ancora più grande: la sua incapacità di essere felice.
Dini, come lui stesso scrive, racconta questa storia per se stesso, per rimettere i suoi demoni a dormire e costringersi così ad andare avanti. E i demoni sono rappresentati dai suoi amati personaggi, che non lo incitano a migliorare, ma lo trascinano sempre più giù, tra rabbia, frustrazioni e bar, in cui lo scrittore si rifugia per bere fino a dimenticarsi il suo nome.
Notte Oscura: una storia vera di Batman, il Dio Joker
Ciò che ho amato maggiormente in tutta questa folle e catartica scrittura di Paul Dini è l’uso che ha fatto dei personaggi che più ama. Ad alternanza compaiono come i fantasmi de “Il Canto di Natale“, solo che nel libro di Dickens erano tre, qui invece sono molti di più e ognuno ha il suo ruolo nella vita e nella mente dello scrittore.
Per esempio: Batman è la dura verità, colui che sbatte sulla faccia tumefatta del giovane Dini tutti i suoi errori; Harvey Dent, il caro Due Facce, è il suo animo spaccato, ferito, dilaniato; lo Spaventapasseri rappresenta tutte le sue paure; Poison Ivy è l’ipocrisia mista alla lussuria, che hanno accecato Paul e gli hanno fatto credere che l’attrice lo amasse; Oswald, il Pinguino, è la tristezza nell’alcool; infine il Joker è la rabbia, la crudeltà, il rancore, la follia, “la sua giornata storta”!
“Tu permetti ad artisti, scrittori e attori di esplorare il loro lato oscuro”.
“Sono sempre stata una musa generosa per coloro che osano guardare il mondo attraverso i miei occhi”.
Questo scambio di battute tra Dini e il re dei Clown sottolinea come, tra tutti, quest’ultimo sia quello che maggiormente lo abbia aiutato ad uscire dal tunnel, nonostante sia il capro espiatore dello scrittore. E’ vero sfoga su di lui tutta la su frustrazione, ma attraverso la sua bocca dal sorriso agghiacciante si sente libero di urlare tutte le sue emozioni.
Infine ho amato tantissimissimo un’altra cosa, e non perché sono di parte (ok, sì, perché sono di parte! NdA), il ruolo della figlia adorata Harley Quinn. Lei, che si vede poco e, soprattutto alla fine, rappresenta la cosa buona che lui ha fatto nella sua vita da scrittore, la parte divertente e il suo futuro. Ho sorriso tanto nel vederli insieme.
Nota di merito a Eduardo Risso e al suo tratto. Le sue tavole danno quel tocco mentalmente surreale adatto a questo tipo di storia. Anche Dini lo ringrazia, perché è riuscito nell’arduo compito di portare su carta non solo una vicenda dolorosa, ma anche intima, dandogli il giusto tratto e colore.
Per concludere, “Notte Oscura: una storia vera di Batman” è un diario, prezioso, perché ci vuole coraggio a mettersi a nudo in questo modo, nell’ammettere di aver sbagliato, di essersi perso, di essere insoddisfatto quando la vita in realtà stava dando tanto.
Ps: Il volume Vertigo in Italia è edito da Lion, Panini non ha ancora fatto la sua edizione, ma sono sicura che prima o poi la farà e sarà anch’essa bellissima!
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Maria Francesca Focarelli Barone (BatMary)