Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio tra Belgio, Giappone e Cina alla scoperta di un grande talento letterario. Parleremo di scrittura, romanzo e biografia. Abbiamo dedicato la puntata di oggi alla grande scrittrice belga Amélie Nothomb.
“Credo che la letteratura sia uno dei mezzi di espressione capace di tirare fuori il senso di responsabilità, ma che è prettamente individuale. Ecco, la letteratura ha tra le altre questa precisa funzione perché la persona che legge o scrive avverte dentro di sé la mancanza, la poca aderenza al rispetto, anche ecologico. Questa è forse la chiave”.
Queste dichiarazioni rilasciate un’intervista ci fanno comprendere quanto sia importante la letteratura per Amèlie Nothomb. D’altronde per la famosa scrittrice belga la parola scritta ha una forza incredibile, come da lei stesso affermato, che avvicina le persone lontane. Ecco perchè fin dal suo primo romanzo del 1992 “L’igiene dell’assassino” è divenuto un autentico caso letterario vincendo diversi premi.
I romanzi di Amèlie Nothomb tra autobiografia e finzione narrativa
Quella di Amèliè Nothomb, al secolo Fabienne Claire Nothomb, è una vita cominciata tra Giappone e Cina prima di ritornare in Belgio. Un vissuto in tutti suoi momenti salienti che, come ad esempio, si può notare in “Stupore e tremori” e “Il delitto del conte Neville”, è un elemento essenziale dei suoi romanzi. Accanto ad elementi di finzione la Nothomb pone infatti riferimenti autobiografici.
“Ho sempre parlato un po’ di me nei miei romanzi e nello stesso tempo ho creato personaggi di finzione che però in ogni caso rispecchiavano parti di me. Nel mio ultimo romanzo mescolo realtà autobiografica e finzione letteraria come mai prima, la realtà è quella di una scrittrice belga che per abitudine scrive lettere, un ritratto fedele di me stessa, la finzione è il soldato americano, non perché i militari americani non siano reali o perché non possa essere esistito un Marvin Mapple, ma perché non c’è chiaramente mai stato un contatto tra me e questa persona fittizia”
Queste le parole della Nothomb parlando del suo romanzo “Una forma vita” che racconta la relazione epistolare tra una scrittrice belga ed un soldato di stazza in Iraq. Vita reale e finzione narrativa si mescolano perfettamente nei romanzi della famosa scrittrice belga grazie ad uno stile caratterizzato da un lessico ricercato e frasi minimali ed in cui non manca mai un lato ironico e grottesco.
Stefano Delle Cave