Una vita intera dedita all’osservazione, al cercare di capire come funzionino le cose, dalle biciclette alle stelle più lontane, oltre l’atmosfera. Amalia Ercoli Finzi, classe 1937, è la prima italiana laureata in ingegneria aereonautica. Una delle cinque ragazze su 650 ragazzi della classe. Ex direttrice del Dipartimento di Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano, è una delle persone di massima esperienza internazionale nel campo aerospaziale. Consulente scientifico per l’Agenzia Spaziale Europea per la quale ha supervisionato la trivella SD2 che perfora la cometa Churyumov-Gerasimenko nel 2014, dopo dieci anni di lavoro e studio. Oggi Amalia Ercoli Finzi racconta con queste parole i suoi 84 anni:
“Da bambina smontavo le biciclette. Non che fossi brava a rimetterle insieme, mi avanzava sempre qualche pezzo. Però volevo capire come funzionassero le cose”.
“La signora delle comete”, così viene definita oggi quella bambina nata per diventare ingegnere e che darà il nome all’asteroide 24890 Amaliafinzi scoperto nel 1996.
Amalia Ercoli Finzi e la sfida al gender gap
Il gender gap si sta fortunatamente colmando e i tentativi si fanno sempre più concreti, come evidenzia il recente bando per astronaute dell’Esa. Ma i pregiudizi di genere sono difficili da superare anche quando sembra che riescano a cadere. Le donne oggi hanno più spazio in quei mestieri ritenuti prerogativa maschile per decenni ma la lotta è dura e ancora lunga. Ancor prima di Samantha Cristoforetti, o di Pamela Melroy, Ercoli Finzi sgomitava per farsi strada in un campo non facile per una donna che nel ’55 era oltretutto diventata mamma di cinque figli e che vedeva i tagli di budget piombare sulla produzione delle tute femminili.
La Finzi non nasconde le difficoltà affrontate per una supposta debolezza di genere. “Non è roba da donne”, si è sentita ripetere ancora e ancora e lei che si è sempre difesa, non solo sottolineando un’uguaglianza, ma altresì una indiscutibile superiorità femminile rispetto determinate situazioni:
“A onor del vero, mi sono sempre difesa perché le donne hanno un modo di pensare completamente diverso da quello maschile, cosa che nello spazio facilita molte cose.“
Visione condivisa e ribadita dalla Cristoforetti che, diventata la prima comandante europea della Stazione Spaziale Internazionale, alimenta l’orgoglio italiano, sostenendo come, oggi, le donne abbiano più spazio e ne avranno sempre di più quando “anziché essere delle singole stelle nell’universo della ricerca, saranno una costellazione. È il caso di ribadire quanto le donne siano brave e per farlo non c’è niente di meglio che riconoscerne le capacità in determinate posizioni lavorative”.
“Ragazze di oggi potete farcela. A patto di essere entusiaste, appassionate, competenti: la preparazione è un dovere. Come liberarsi dai pregiudizi. Il futuro è nostro.”
Afferma Amalia nel suo libro “Oltre le stelle più lontane“(Mondadori) scritto a quattro mani con la figlia Elvina Finzi. Lei che oggi sta lavorando alla prima missione su Marte e la composizione dell’equipaggio che sarà, con ogni buona probabilità, quasi tutto al femminile.
Arianna Panieri
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