Per la consueta rubrica Dantedì, oggi ci addentriamo nel canto 31 del Purgatorio. Qui, Dante viene incitato al pentimento. L’atmosfera è sempre più ultraterrena e anticipa il futuro viaggio in Paradiso.
Nel canto 31 del Purgatorio allegoria teologica e narrazione si fondono. In apertura, una Beatrice severa ammonisce ancora una volta Dante al pentimento. Il pellegrino presto ammetterà il proprio smarrimento nella “selva oscura” della filosofia aristotelica; nell’illusione che si fosse potuta raggiungere la verità assoluta con i limitati mezzi della ragione. Numerosi, inoltre, i segnali di una situazione ultraterrena che confermano l’imminente viaggio in Paradiso e rivelano l’effimera illusione delle immagini del mondo. Beatrice difatti perde la sua consistenza fisica e si manifesta in tutta la sua autentica natura.
Canto 31 del Purgatorio, il pentimento che apre le porte del Paradiso
Il dialogo tra Dante e Beatrice, guida ammonitrice del pellegrino, si trasforma in una vera e propria scena teatrale in cui lo sfondo perde importanza e l’attenzione ricade interamente sui due personaggi che manifestano la necessità di ristabilire un equilibrio infranto anni prima, interrottosi con il poema giovanile “Vita Nuova“. Affinché Dante sia completamente libero dal peccato, non basta che egli esaudisca la contritio cordis; è altresì necessaria la sua confessione orale. Ancora una volta l’immagine epica della sirena si rivela simbolo dell’inganno: come la sirena conduce al naufragio i marinai; così l’aristotelismo e la speculazione filosofica hanno condotto al naufragio spirituale il pellegrino Dante.
“Di penter si mi punse ivi l’ortica, che di tutte altre cose qual mi torse più nel suo amore, più mi si fè nemica” – così con intensità esprime il dolore dietro la sua ammissione. Segue: “Io caddi vinto” – in questi versi, simbolicamente Dante descrive lo svenimento; una morte apparente. Il risveglio e la successiva immersione nelle acque del Lete, poi, la rinascita ed il rinnovamento spirituale. Il compito austero di Beatrice giunge così al suo compimento: è il culmine del suo trionfo. Spogliatasi delle sembianze fisiche, Beatrice si manifesta finalmente in tutto il suo splendore divino. Dante è ora pronto. Si aprono le porte del Paradiso.
Annagrazia Marchionni
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