Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. In questa puntata faremo un viaggio nel tempo nella Francia illuminista. Parleremo di matematica, libertà, e sete di conoscenza. Abbiamo dedicato la puntata di oggi ad Émilie du Châtelet, ai suoi studi e alle sue opere.
“Amare ciò che si ha, saperne gioire, godere dei privilegi del proprio stato, non invidiare coloro che ci sembrano più felici di noi, applicarsi per perfezionare noi stessi e per ricavare i maggiori vantaggi dai nostri comportamenti è tutto quello che chiamo felicità.“
Questa è la definizione di felicità femminile che Émilie du Châtelet diede nel suo “Discorso sulla felicità” pubblicato postumo. Del resto è stata una donna per niente rispettosa di quelli che erano i canoni femminili della sua epoca. È stata un grande genio e libera di amare aldilà di quella che era la concezione della donna nel diciottesimo secolo.
Émilie du Châtelet e la matematica newtoniana
Donna di grande preparazione matematica e filosofica, Émilie du Châtelet è passata alla storia per aver tradotto gli insegnamenti newtoniani di “Philosophiae naturalis principia mathematica” in francese. La sua però non è stata una semplice traduzione perchè la du Châtelet ha di fatto corretto e modernizzato i calcoli del matematico inglese rendendoli più comprensibili. È nota infatti come uno dei geni matematici del diciottesimo secolo nonostante avesse praticamente studiato da autodidatta. L‘istruzione universitaria nella sua epoca era di fatto riservata agli uomini.
Anticipare Albert Einstein?
La du Châtelet effettuò anche esperimenti di fisica come quello sulla progressione esponenziale dell’energia di corpi di Willem Jacob ‘s Gravesande In uno di essi, studiando gli effetti della caduta di palle di piombo su un terreno di argillia, intuì qualcosa che sarebbe stato effettivamente scoperto solo nel ventesimo secolo. Stiamo parlando delle celebra formula di Albert Einstein E=mc². La du Châtelet infatti aveva intuito che l’energia di un oggetto in movimento si poteva esprimer moltiplicandone la massa per la velocità al quadrato.
Stefano Delle Cave