Il 23 settembre 1968, dopo una sofferta vita dedita a Cristo, moriva San Pio da Pietrelcina. La sua, una fama taumaturgica. Accogliendo pienamente le sofferenze del Cristo Crocifisso, egli riceverà con devozione il dolore delle stimmate.

San Pio: sofferenza, devozione, accoglienza, fede

Difficile ricordare nella storia dei Santi che avessero dei doni straordinari come quelli di San Pio. Le stimmate non saranno solo simbolo di sofferenza: egli, difatti, accogliendo la sofferenza della Passione di Cristo consegnerà a lui la propria vita dimostrando piena devozione e fede. Una fede, la sua, che non viene emanata solo dal corpo; ma soprattutto dal carisma caritatevole e profetico; la capacità – seppur talvolta burbera – di scrutare il profondo dell’uomo. Un calvario il suo, accolto, al fine di redimere le anime perse e riconciliare quelle sofferenti: questa la sua missione. “Gesù, mio sospiro e mia vita, oggi che trepidante ti elevo in un mistero d’amore, con te io sia per il mondo Via, Verità e Vita e per te sacerdote santo, vittima perfetta” – così il Santo pronunciava in occasione della sua prima celebrazione.

Nel 1903 indossava infatti per la prima volta il saio francescano, iniziando così il percorso d’iniziazione sacerdotale conclusosi nel 1910. Una vita sofferta la sua, il cui apice viene raggiunto con l’afflizione delle stimmate (1918). Un fatto mistico, questo, che non sarà affatto scevro di scetticismi, soprattutto da parte delle comunità scientifiche che attribuiranno il fenomeno a delle forme d’isterismo. Molti, altrettanto, coloro che crederanno invece nella straordinarietà e soprannaturalità dei suoi doni. Doni spirituali, i suoi: devozione e suprema fede, ma anche capacità di perscrutare i lati più intimi dell’uomo; nonché capacità profetiche. Una totale accoglienza della fede in Cristo, la sua – sia fisica che spirituale – che lo renderanno Santo, ancor prima di esserne proclamato (16 giugno 2002).

Annagrazia Marchionni

Seguici su

Facebook, Instagram, Metrò