A Tel Aviv si torna a discutere del destino di Eitan Biran, l’unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. Al Tribunale della Famiglia di Tel Aviv ci saranno 3 udienze (questa mattina, sabato sera e domenica) che potrebbero essere decisive per il futuro del piccolo. L’udienza è a porte chiuse.
Le udienze e la Convenzione dell’Aia sulla sottrazione di minori
La giudice Iris Ilotovich Segal dovrà stabilire se il caso rientra nelle fattispecie previste dalla Convenzione dell’Aia sulla sottrazione di minori. La convenzione è stata firmata sia da Italia che da Israele. In aula saranno presenti la zia paterna Aya Biran Nirko, secondo la magistratura italiana l’affidataria del bambino, e il nonno materno Shmuel Peleg. Lo scorso 11 settembre il nonno materno ha portato il piccolo Eitan in Israele, non restituendolo alla zia affidataria. Per questo è indagato per sequestro di minore.
Il portavoce della famiglia Biran ha annunciato che quella di oggi non sarà un’udienza per decidere le sorti del bambino “né il suo affidamento né quant’altro”. L’udienza si focalizzerà sulla “questione della restituzione del bambino rapito sulla base della Convenzione dell’Aia“. Il portavoce della famiglia Peleg ha ribadito che i rapporti tra le due famiglie sono corretti e che il bimbo sta bene.
I fatti e perché Eitan si trova in Israele
Nella tragedia del Mottarone il piccolo Eitan ha perso entrambi i genitori, il fratello minore e i bisnonni. Da mesi la famiglia si batte per la custodia legale. Per la magistratura italiana, la tutrice legale del piccolo è la zia paterna Aya, che vive e lavora in Italia. Nonostante ciò, a settembre, il nonno paterno ha portato Eitan in Israele e il ramo materno della famiglia ha avanzato un’istanza per l’affidamento del bambino. Come riporta msn.com, il nonno sostiene di aver agito perché ha perso fiducia nella magistratura italiana.
L’udienza è stata aperta ufficialmente lo scorso 23 settembre e la giudice israeliana ha trovato un accordo temporaneo tra le due famiglie, i Biren e i Peleg. In attesa della sentenza definitiva, Eitan trascorre tre giorni con la zia Aya e tre giorni con il nonno Shmuel Peleg e la zia Gali. Anche la zia materna ha annunciato di voler chiedere l’adozione. Entrambe le famiglie tengono soprattutto al bene del piccolo e vogliono preservare la sua privacy. Gli avvocati di entrambe le parti chiedono il silenzio dei media. Il piccolo ha bisogno di tranquillità e ora sarà compito della giudice trovare un accordo e sciogliere il nodo della Convenzione dell’Aia.
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