Un uomo israeliano che lavorava come domestico a casa del ministro della Difesa, Benny Gantz, è stato arrestato con l’accusa di essere una spia per conto dell’Iran. Lo riferisce la stampa israeliana.

L’uomo, Omri Goren, è stato scoperto dal servizio di sicurezza israeliano, lo Shin Bet, ed è stato arrestato poco dopo aver contattato un gruppo di hacker collegato all’Iran ma prima che potesse fare alcun danno. Goren è ora accusato di spionaggio e rischia una condanna da 10 a 15 anni.

Il domestico di Benny Gantz avrebbe contattato il gruppo hacker Black Shadow legato all’Iran per offrirsi di spiare il ministro della Difesa israeliano. L’uomo, un 37enne di Lod di nome Omri Goren, e la sua compagna sono da alcuni anni impiegati nella casa di Gantz. Goren ha non pochi precedenti penali: 14 arresti, cinque condanne e quattro periodi di detenzione. Black Shadow proprio il mese scorso ha effettuato un grave attacco informatico a siti web di civili israeliani, e ha rubato dati da un popolare sito di incontri Lgbt dello Stato ebraico. Sarebbe questo precedente ad aver convinto Goren all’azione. Ma il racconto ha del surreale. La vasta storia criminale di Goren ha infatti sollevato seri interrogativi sul processo di selezione per i dipendenti in posizioni sensibili. Lo Shin Bet, i servizi interni dello Stato ebraico, ha affermato infatti che alla luce di questo incidente, ha avviato una revisione interna del modo in cui vengono eseguiti i controlli per i lavoratori nelle case dei ministri, «con l’obiettivo di limitare la possibilità che casi come questo si ripetano in futuro».

Per dimostrare la sua attendibilità, l’uomo, che da anni lavorava con la moglie per l’attuale ministro della difesa ed ex premier a rotazione, ha anche scattato fotografie di una serie di oggetti in diverse parti della casa: la scrivania, i computer, un tablet, una scatola con il sigillo dell’Idf, una cassaforte, un distruggi-documenti, foto di Gantz e della sua famiglia, ricevute di tasse.

Ma quel che è più incredibile è che Goren non è nuovo alla giustizia israeliana: il 37enne, residente a Lod, una cittadina che si trova a una quindicina di chilometri da Tel Aviv, è stato condannato cinque volte tra il 2002 e il 2013, in due occasioni per rapina in banca e le altre per furto ed effrazione; e ha scontato scontando quattro pene detentive di cui l’ultima di quattro anni.

Goren ha così predisposto il suo piano: ha contattato il gruppo tramite Telegram sotto falsa identità e ha detto che lavorava per il ministro della Difesa. Ha proposto a Black Shadow di installare un virus nel personal computer di Gantz. Ha poi precisato che avrebbe potuto aiutarli in cambio di denaro. «Per dimostrare la sua abilità e sincerità, Omri ha scattato fotografie di una serie di oggetti in diverse parti della casa del ministro, che ha inviato a Black Shadow, comprese le immagini del computer del ministro», ha spiegato lo Shin Bet. E lo ha fatto per dimostrare le sue intenzioni. Gli oggetti fotografati includevano una scrivania, il computer, un tablet, una scatola con un’etichetta delle forze armate, una cassaforte chiusa a chiave, foto incorniciate di Gantz e della sua famiglia, tasse comunali e altro ancora. Ha poi cancellato la chat di Telegram e le foto dal suo cellulare. L’avvocato di Goren ha precisato che il suo cliente ha ammesso alcuni dei reati di cui era accusato, ma ha negato di aver commesso i crimini legati alla sicurezza a lui attribuiti. Alla domanda se il suo cliente avesse ammesso di aver contattato il gruppo di hacker Black Shadow, Wolf si è astenuto dal commentare. Questa non è la prima volta che Gantz è stato bersaglio di operazioni di intelligence ostili. Nel marzo 2019, il suo cellulare era stato già hackerato, probabilmente proprio dall’Iran.

Il pm del Distretto Centrale ha inviato l’atto d’accusa al Tribunale Distrettuale della città di Lod. Il ministro della Difesa era al corrente dell’inchiesta in corso. Nel contesto delle indagini, Shit Bet intende preparare una serie di misure per prevenire tali casi