Ha “scelto” il 12 Dicembre per andarsene, la data di apparizione di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico (1531). Una Signora apparve 500 anni fa e una ci lascia oggi. Anne Rice, l’autrice delle iconiche “Cronache dei vampiri” e’ morta nella sua abitazione all’eta’ di 80 anni in seguito a un ictus. Ad annunciarlo suo figlio Christopher tramite Facebook.
Chi era Anne Rice
L’autrice statunitense non ha certo bisogno di presentazioni, ma vogliamo comunque parlare di lei per ricordarla e nel nostro piccolo omaggiarla. Lei ha dato tantissimo attraverso l sua opera alla nostra comunità, reinterpretando e narrando come pochi le figure del vampiro e della strega, creatura che ha affascinato e ancora affascina generazioni di appassionati.
Seconda di quattro figlie ha passato la maggior parte della sua giovinezza a New Orleans (Louisiana), città, non caso, in cui sono ambientati molti suoi romanzi e, sempre non a caso, molto nota per le influenze col soprannaturale. Dopo la morte della madre Katherine, avvenuta quando la Rice aveva solo 15 anni, si trasferì con la famiglia in Texas, nella periferia di Dallas.
Nel 1961 sposa il poeta Stan Rice, compagno che sarà fondamentale per la creazione del suo personaggio letterario più famoso (e forse tra i più famosi della letteratura moderna in generale), ossia il giovane nobile, poi vampirizzato, Lestat, il quale vedrà la luce nel 1976, data di uscita del celebre e iconico Intervista col vampiro, quello che probabilmente si rivelerà essere poi il libro più fortunato di tutta la serie e che ancora oggi viene ricordato e tirato in ballo in vari progetti legati all’intrattenimento.
Nonostante la provenienza cattolica, per circa 40 anni si è sempre dichiarata atea, cosa che ha eventualmente ha agevolato la sua produzione letteraria, tuttavia nel 2005 la Rice sceglie di smettere di scrivere romanzi di un certo tipo dedicandosi al genere storico-religioso, realizzando romanzi ispirati al Vangelo, proprio nel 2005 e nel 2007. Tuttavia nel 2010 l’autrice si allontana nuovamente dalla Chiesa, pur continuando definirsi credente, criticando profondamente molte posizioni della chiesa cattolica verso la comunità LGBTQ, in fondo durante la sua vita ha sempre prestato particolare attenzione alla sessualità umana, ritenendo ogni umano “naturalmente” bisessuale. Concetto che emerge densamente nei suoi scritti, come del resto emerge la grande sensibilità dell’autrice sul tema della malattia: all’età di 5 anni, nel 1972, muore sua figlia di Leucemia e non a caso in un certo senso il tema della dannazione del sangue sarà il fulcro di quello che appunto diventerà il suo universo narrativo da lì a poco.
Cos’altro aggiungere? Mancherai a molti, soprattutto a chi scrive proprio ora… Buon viaggio nell’altra vita e grazie per le migliaia di pagine che altro non sono stati migliaia di sogni.