Domenica sera, nella trasmissione Atlantide in onda su La7, il giornalista Andrea Purgatori si è occupato di alcuni cold case, casi di cronaca non ancora risolti e, in particolare, del giallo che riguarda la scomparsa, nel 1983, della quindicenne Emanuela Orlandi.

Il giornalista e scrittore Andrea Purgatori ha ospitato negli studi della sua trasmissione il magistrato Giancarlo Capaldo, l’avvocatessa della famiglia Orlandi Laura Sgrò e il fratello di Emanuela, Pietro.

La scomparsa di Emanuela Orlandi: i fatti

Emanuela Orlandi, figlia di un commesso della Prefettura pontificia e cittadina dello Stato Vaticano scompare misteriosamente il 22 giugno 1983 dopo una lezione di musica. Subito si pensa a un allontanamento volontario, ma alcune telefonate anonime ricevute dalla famiglia fanno presagire il peggio.

Gli inquirenti iniziano a pensare a un collegamento fra la scomparsa della giovane Emanuela e alcuni fatti eclatanti: l’attentato a Giovanni Paolo II, lo scandalo dello IOR e l’omicidio Calvi. Si ipotizza anche un coinvolgimento diretto della Banda della Magliana. Quest’ultimo elemento prende forma grazie alle rivelazioni di Sabina Minardi, compagna di Renatino de Pedis, boss indiscusso della Banda della Magliana, ucciso, e che sarà sepolto, clamorosamente, nella Basilica di Sant’Apollinare a Roma, proprio nel luogo dove scomparve Emanuela.

Le rivelazioni di Capaldo riaprono il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi

E’ quindi il magistato Capaldo, intervistato da Purgatori, a fare nuove e sconcertanti rivelazione sul caso Orlandi. Capaldo racconta di aver ricevuto due alti Prelati della Santa Sede. Era il 2012, sotto il pontificato di Papa Ratzinger, e i due emissari proposero alla magistratura una trattativa. Il Vaticano si rendeva disponibile a fornire elementi utili per il ritrovamento di Emanuela Orlandi in cambio di una riesumazione del corpo di De Pedis. L’obiettivo era trovargli un’altra sepoltura al di fuori dalla Basilica di Sant’Apollinare e chiudere definitivamente, dopo anni, questa circostanza troppo imbarazzante per la Chiesa.

Le dichiarazioni di Capaldo sono clamorose: il magistrato si è reso disponibile a testimoniare facendo anche i nomi dei due alti Prelati e confermando, quindi, che ci fu una trattativa tra il Vaticano e lo Stato italiano. Dello stesso avviso l’avvocatessa della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, che spinge affinché il magistrato venga sentito formalmente dal CSM e dal tribunale vaticano. A 38 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi il caso potrebbe essere ufficialmente riaperto.