Da diverso tempo giungono notizie preoccupanti sulla situazione attuale del Mozambico. I jihadisti, infatti, continuano a seminare il terrore per le strade dello Paese africano. Dapprima con il rapimento, lo sfruttamento sessuale o la vendita di centinaia di ragazzine. E adesso, stando a quel che riporta un’Ansa dell’Ultima Ora, attraverso le decapitazioni. Stando a ciò che si apprende, infatti, alcuni fondamentalisti islamici avrebbero tagliato la testa ad un pastore evangelico e ordinato alla moglie della vittima di consegnarla alle Forze dell’Ordine del luogo.

I responsabili sarebbero presunti jihadisti affiliati dell’ISIS

Non è ancora chiaro a quale gruppo facciano riferimento gli autori della “ghigliottina” riservata all’uomo mozambicano. Tuttavia, il quotidiano nazionale Carta de Mocambique comunica che potrebbero essere stati degli jihadisti affiliati dell’ISIS a commettere il delitto. Gli stessi che, dopo l’accaduto, avrebbero intimato alla compagna dello sfortunato di avvisare la polizia locale.

A tal proposito l’Ansa rende noto che la donna, residente del villaggio di Nova Zambézia del distretto di Macomia, a nord di Cabo Delgado, si è presentata lo scorso mercoledì 15 dicembre in centrale. Con sé, hanno riferito gli inquirenti alla stampa, aveva una borsa contenente il capo del marito ormai defunto. A detta sua, si sarebbe trattato di un’azione compiuta da estremisti della Jihad, sebbene non si abbiano a disposizione elementi a sufficienza per muovere tale accusa. Quel che è certo, però, è che non si tratta del primo atto di violenza verificatosi nella regione. Difatti, una recente indagine pubblicata da Human Rights Watch ha rivelato che, tra il 2018 e il 2021, almeno 600 donne e giovani ragazze hanno subito soprusi da parte dei terroristi dell’organizzazione Al Sunnah wa-Jammà.

Non si sa se i due fenomeni siano strettamente correlati oppure no. Sta di fatto che, al momento, sono in corso le indagini delle autorità per scoprire chi si cela dietro l’attacco.

Scritto da Diego Lanuto.

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