Lunedì 20 dicembre al Piccolo Teatro Grassi di Milano si è svolto l’“Including diversity talk”, un appuntamento che da due anni racconta un volto vivace e curioso dell’industria della moda italiana, quello interessato e aperto a tutti i tipi di diversità. Condotto da Marco Capasa, il talk è stato realizzato da Camera Nazionale della Moda Italiana, con il supporto del Comune di Milano e di Intesa Sanpaolo, questo riflette un’evoluzione che negli ultimi anni ha interessato il mondo della moda a livello globale, e che anche in Italia sta ottenendo successi e traguardi importanti.

Including Diversity: la Camera della moda italiana sembra si stia veramente impegnando nella causa

Il valore di questo evento si lega profondamento al nostro desiderio di cambiamento. Facciamo parte di un’industria, quella della moda, che per definizione guarda al futuro, si nutre di stimoli diversi e riconosce nella diversità un valore inestimabile”. Così Carlo Capasa, presidente di CNMI, ha riassunto l’impegno dell’istituzione che rappresenta. CNMI ha quindi dimostrato di essere un’istituzione che dibatte, investe e promuove pratiche inclusive in maniera concreta, in effetti in sala erano presenti alcuni dei rifugiati dal percorso Mygrants che CNMI sta formando per un inserimento nel mondo del lavoro. Capasa ha sottolineato che investire sui temi della diversità e inclusione significa essere capaci di guardare al mondo senza preconcetti, soprattutto nel settore della moda. Sua è la volontà di avere un ruolo trainante nella valorizzazione della bellezza nella diversità.

L’istituzione ha agito concretamente per portare voci nuove, diverse e un tempo considerate outsider all’interno del calendario della Fashion Week milanese. È questo il caso del progetto We Are Made in Italy – Black Lives Matter in Italian Fashion, attraverso il quale diversi designer BIPOC sono entrati a far parte del calendario della Milano Fashion Week, grazie anche al supporto di brand di primissimo piano come Bottega Veneta, Fendi, Giorgio Armani, Gucci, Prada, Valentino, Versace e molti altri.

Vari ospiti sono stati presenti, ed ognuno di loro ha portato modi di essere differenti

La serie di interventi della serata è stata aperta da Esperance Hakuzwimana, scrittrice, attivista donna italiana che ha condiviso una narrazione brillante ed emozionante sulla sua vita. Le sue parole dirompenti hanno trattato il concetto di razzismo interiorizzato e razzismo strutturale dell’Italia di oggi. A seguirla è stat* Miss Frame una modella, makeup artist e artista di genere non binario. Nei suoi vari interventi ha scaldato il pubblico con parole semplici e dirette raccontando la sua storia. Come di quando da piccola, accompagnando la nonna in un salone di bellezza, ha visto il suo primo Vogue ed è rimasta colpita dalla potenza delle immagini di alcune donne nel magazine. Ha inoltre approfondito il tema del linguaggio attorno alle comunità LGTBQIA+ spiegando come i social media abbiano rappresentato un punto importante di scoperta di sé e per trovare nuove definizioni.

La seconda parte degli interventi ha avuto un taglio più specifico sull’inclusione delle donne nel mondo del lavoro e sulla parità di genere. A seguire il tema della disabilità, condotto dal giornalista Claudio Arrigoni, che ha intervistato l’atleta paraolimpica Monica Contrafatto. In seguito è stata intervistata una donna transgender e si sono trattati temi nuovi come quello della diversità economica.
Temi che si sono rivelati fondamentali ed importantissimi che vanno assolutamente trattati nell’Italia di oggi.

Enrica Nardecchia