Con Brave oggi scopriamo alcuni dei nomi delle donne che, attraverso le loro battaglie, cercano di cambiare in meglio il mondo.
Combattenti, attiviste e non solo. Donne con età e vite diverse, ma un solo comune obiettivo: lottare per la giustizia. Non cercano fama o successo, ma ascolto e sostegno per le lotte che combattono quotidianamente e che, troppo spesso, vengono dimenticate dai media. Per questo motivo, abbiamo deciso di ricordare i nomi e le storie di alcune delle donne che oggi cercano di cambiare il mondo.
Birtukan Mideksa e le elezioni in Etiopia
Il primo nome tra quello delle donne che cambiano il mondo che vogliamo menzionare è quello di Birtukan Mideksa, ex giudice e politica etiope, liberata dal carcere dopo la campagna per il suo rilascio attivata da Amnesty International.
Ha lasciato la magistratura a causa dell’interferenza dell’esecutivo nei tribunali ed è diventata la prima donna leader del partito politico per la democrazia in Etiopia nel 2005.
Birtukan è stata imprigionata dopo le contestate elezioni del 2005, quando il suo partito ha vinto un numero di seggi senza precedenti e successivamente nel 2007 ha ricevuto una condanna all’ergastolo. Esiliata negli USA, dove è diventata Democracy Fellow presso il National Endowment for Democracy, ora è tornata in Etiopia con la carica di Presidente del Consiglio elettorale nazionale dell’Etiopia.
Janna Jihad e i diritti umani in Palestina
Janna Jihad, classe 2006, è una attivista e giornalista palestinese che ha iniziato a fare reportage sul conflitto israelo-palestinese a soli sette anni, in seguito all’uccisione dei membri della sua famiglia.
Rischia tutt’ora la vita per la sua missione in difesa dei diritti umani nei territori palestinesi occupati da Israele. Amnesty International ha creato una petizione per aiutarla nel suo lavoro.
Numerose testate giornalistiche la definiscono come una delle più giovani e talentuose giornaliste al mondo.
Nel 2017 si è recata in Sudafrica per diffondere la consapevolezza sulla violenza nei territori palestinesi nell’ambito del tour Pals4Peace con i Shamsaan Children of Palestine.
Zhang Zhan e la diffusione del Covid-19 in Cina
Tra le donne che cambiano il mondo c’è Zhang Zhan, una blogger e giornalista cinese vittima di torture da parte della polizia segreta della Cina.
Ha ricevuto una condanna a quattro anni di carcere con l’accusa di aver divulgato false informazioni sui social a proposito della cattiva gestione della pandemia a Wuhan e della diffusione del COVID-19 da parte del governo cinese.
Il dipartimento di stato degli Stati Uniti ha più volte esortato la Cina a rilasciare la donna, soprattutto a causa del deterioramento della sue condizioni di salute. Di recente ha ricevuto la nomina per il premio per la libertà di stampa di Reporters Without Borders (RSF). Le notizie sulla sua salute continuano a non essere buone, è ancora sottoposta a torture ed è in un grave stato di denutrizione.
Tsai Ing-wen e l’indipendenza di Taiwan
Tsai Ing-wen è diventata la prima donna leader di Taiwan e la prima presidente non sposata dal 2016.
Dagli inizi della sua carriera politica si è schierata nella lotta per la democrazia e l’indipendenza di Taiwan dalle rivendicazioni del governo cinese.
Il suo obiettivo è quella di rendere l’economia di Taiwan sempre più sostenibile, con iniziative nel campo delle biotecnologie, della difesa e dell’energia verde.
Francesca Mazzini
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