La carriera di María Mercader fu avviata nel mondo della recitazione già a partire dal 1939. Nel 1942 conobbe colui che divenne successivamente suo marito, ovvero Vittorio De Sica, sul set del film Un garibaldino al convento. Prese parte anche al film del 1942 Se io fossi onesto, per la regia di Carlo Ludovico Bragaglia e a quello del 1943 Nessuno torna indietro, di Alessandro Blasetti e fu la giovane Maria in La porta del cielo nel 1944. Nel 1952 ricordiamo la sua interpretazione in Buongiorno elefante!, con la regia di De Sica, dove i due interpretano il ruolo di marito e moglie.
Nel 1988 prese parte a La casa del sorriso, con la regia di Marco Ferreri, film che vinse nel 1991 l’Orso d’oro al Festival internazionale del Cinema di Berlino.
Si sposò con il regista dopo che quest’ultimo ottenne il divorzio dalla sua prima moglie, l’attrice torinese Giuditta Rissone. I due contrassero il matrimonio in Messico nel 1959 ma questo non fu riconosciuto dalla legge italiana. Si sposarono per questo nuovamente a Parigi nel 1968. Dall’unione con De Sica nacquero due figli, Manuel e Christian. Nonna di Brando e Maria Rosa De Sica, figli di Christian, avuti dall’unione con Silvia Verdone, la Mercader fu anche sorellastra di Ramon Mercader, agente segreto sovietivo che assassinò Lev Trockij nel 1940 per ordine di Stalin. La Mercader morì nel gennaio 2011 a Roma all’età di 92 anni.
María Mercader è venuta a mancare nel 2011 all’età di 92 anni. Era, tra le altre cose, sorellastra di Ramón Mercader, l’agente segreto sovietico che assassinò il politico e rivoluzionario russo Lev Trockij per ordine del dittatore Stalin. Quanto alla sua carriera di attrice, María si distinse recitando ne La casa del sorriso, pellicola diretta da Marco Ferreri che nel 1991 vinse l’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino. In un’intervista del 2014 al Corriere della Sera, Christian De Sica dichiarò di voler omaggiare sua madre girando un film dedicato a lei e alla sua storia con De Sica. Lui la ricorda così, come una “donna d’altri tempi”, “molto simpatica e spiritosa, completamente incosciente”. “I fascisti le hanno buttato giù la casa in Spagna, è andata in Francia a recitare, aveva più successo di mio padre, era molto bella, elegante.
Poi mio padre l’ha chiusa in casa e lei ha vissuto tutta la vita innamorata di lui, tra il parrucchiere, le partite a carte coi miei zii e noi figli. È stata un po’ vittima”. Ma la loro situazione irregolare ha reso ‘vittime’ anche gli altri: fare parte di una famiglia allargata, con tutto ciò che questo comporta, non è mai facile. “In parte è stata lei a spingere mio padre a diventare regista, anche per allontanarlo dal teatro e dalla prima moglie”, racconta ancora il figlio. Ciononostante, Christian è convinto che dalle vicende dei suoi genitori si possa trarre lo spunto giusto per stendere una bella trama. Due gli scogli che lo frenano: “Sono vent’anni che lo voglio fare, ma non ci sono soldi. E poi io ho fatto troppi Vacanze di Natale per interpretare un ruolo drammatico