Edvard Munch nacque a Löten nel 1863 in una fattoria norvegese. Sua madre morì quando lui aveva solo cinque anni, da quel momento in poi fu sua sorella Karen Marie Bjølsatad a prendersi cura della casa. Era una donna forte e dotata di uno spiccato senso artistico, fu lei a stimolare il talento del fratello.
A stravolgere la vita del pittore fu però la scomparsa prematura della sua sorella prediletta Sophie, la quale aveva soltanto 15 anni.
Le sofferenze e i problemi familiari lo spinsero a studiare pittura sin dall’età di 17 anni, abbandonando così gli studi di ingegneria che gli erano stati imposti.
Il suo percorso artistico fu fortemente influenzato dalla pittura di Manet, che ebbe modo di approfondire nel 1885, quando vinse una borsa di studio per andare a Parigi.
Il pre espressionismo di Edvard Munch
Un dato è certo, Munch è in assoluto il più grande precursore della corrente artistica dell’espressionismo.
Molti dei suoi dipinti raffigurano immagini lugubri che suscitarono non poche critiche negative.
I temi nelle sue opere sono ricorrenti: morte, solitudine, angoscia e crisi dei valori religiosi.
Il quadro più noto è senz’ombra di dubbio L’Urlo, del 1893.
Molto conflittuale era il suo modo di relazionarsi con le figure femminili, per lui non erano altro che creature perverse e diaboliche, dei veri e propri “angeli del male”. Era terrorizzato dall’idea della riproduzione e vedeva la donna come il “motore della distruzione dell’uomo”.
Edvard Munch non precedette l’espressionismo solo tramite le tematiche, ma anche per le tecniche pittoriche. I suoi dipinti sono caratterizzati da una forte violenza cromatica e le figure rappresentate sono spesso deformate in modo caricaturale. Il tratto da lui utilizzato è molto deciso, ciò contribuiva ad esprimere al meglio la drammaticità delle immagini trattate.
Lo spirito nordico in “Notte d’Inverno”
Munch dipinse questo quadro nel 1900, nel corso della sua vita dedicò molto tempo a ritrarre delle vedute tipiche del Nord Europa.
L’immagine che questo dipinto ci regala è del tutto suggestiva. Le pennellate permettono di immergerci completamente all’interno di un paesaggio nordico innevato.
Il tema è quello di una morte sommersa nella solitudine e nel buio.
Osservando l’opera ci si può lasciare trasportare da quell’atmosfera di calma crescente e di fuga dall’oppressione.
I colori utilizzati ci permettono quasi di percepire il freddo rappresentato direttamente sulla nostra pelle.
La magia del dipinto sta tutta in questa sua capacità di coinvolgere l’osservatore, il quale si sentirà parte integrante del quadro.
Pur mantenendo un marcato alone di malinconia, l’opera emana un forte senso di tranquillità e rassegnazione, tipico della visione pessimistica del pittore.
Ludovica Nolfi