Il 24 gennaio il Parlamento in seduta comune e i delegati regionali eleggeranno il nuovo Presidente della Repubblica, certamente un uomo. Nella storia italiana non solo non abbiamo mai avuto una Presidentessa della Repubblica, inoltre le donne candidate, salvo Nilde Iotti, non hanno mai avuto reali chance. Nonostante la parità di genere sia cristallizzata nella Costituzione in Italia solo tre donne sono riuscite ad ottenere la terza carica dello Stato, la presidenza della Camera dei deputati: Nilde Iotti, Irene Pivetti e Laura Boldrini. Per il Senato, invece, si è atteso il 2018 con la nomina di Maria Elisabetta Casellati.

Le donne candidate alla Presidenza della Repubblica

Nel 1978 fanno la loro comparsa le prime tre donne candidate alla Presidenza della Repubblica: Camilla CedernaEleonora Moro Ines Boffardi. Camilla Caderna, giornalista de L’Espresso, ottenne 4 voti; Eleonora Moro, moglie dello statista della Dc ucciso per mano delle Br, ottenne tre voti e  due voti li ottenne la Boffardi, partigiana di fede democristiana e prima donna nominata sottosegretaria alla Presidenza della Repubblica. Fu eletto Sandro Pertini. Nelle cronache parlamentari si narra che i voti ottenuti dalle donne suscitarono ilarità nell’Aula. Sandro Pertini, allora Presidente della Camera, dovette intervenire ribadendo che una donna ha lo stesso diritto dell’uomo di essere eletta.

Nel 1985, anno in cui fu eletto Francesco Cossiga, raccolsero tre voti ognuna Camilla Caderna e Tina Anselmi, partigiana che sarebbe poi diventata la prima Ministra della Repubblica italiana. Nel 1992, anno della vicenda “mani pulite” fu eletto Oscar Luigi Scalfaro. Tina Anselmi ottenne 19 preferenze mentre Nilde Iotti, prima donna indicata candidata bandiera dal partito democratico, ottenne 256 voti comunque insufficienti per raggiungere il quorum. Le elezioni del 1999 incoronarono Carlo Azeglio CiampiRosa Russo Iervolino raccolse 16 voti e 15 li ottenne Emma Bonino.

donne candidate alla presidenza della Repubblica
Tina Anselmi- Prima donna Ministra della Repubblica

Nel 2006  circolarono i nomi di Emma Bonino, Anna Finocchiaro,  Franca RameLidia Menapace. Sarà eletto Giorgio Napolitano. Nel 2013 il Movimento cinque stelle aveva organizzato le “quirinarie”. La più votata fu la fondatrice di report Milena Gabanelli, che prese quasi 6000 preferenze online sul blog del movimento. La Gabanelli rinunciò, però, ancor prima delle elezioni. Emma Bonino, Anna Finocchiaro , Rosy BindiPaola SeverinoAlessandra MussoliniDaniela SantanchèAnnamaria Cancellieri, allora ministro dell’Interno. In quell’anno i partiti rieleggeranno Giorgio Napolitano. Nelle votazioni per la presidenza della repubblica del 2015, dove fu eletto Sergio Mattarella, al primo scrutinio Emma Bonino ottenne 25 voti, Luciana Castellina ne ottenne 37. 

donne candidate alla presidenza della repubblica
Emma Bonino- Vice Presidente del Senato

Una donna al Colle, l’appello per una presidenza della repubblica al femminile

“Le donne di cultura” hanno lanciato un appello alle forze politiche. Nel 2022 si chiede espressamente di avere una donna al colle. L’appello è a firma congiunta di Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Michela Murgia, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Lia Levi, Andrée Ruth Shammah, Mirella Serri, Stefania Auci, Sabina Guzzanti, Mariolina Coppola, Serena Dandini, Fiorella Mannoia. In particolare si legge:

“Tra poco sarete chiamati ad eleggere il Presidente della Repubblica, e crediamo sia giunto il momento di dare concretezza a quell’idea di parità di genere, così tanto condivisa e sostenuta dalle forze più democratiche e progressiste del nostro Paese. Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna”.

Non si può non essere d’accordo con l’appello. Ci sono donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio meriterebbero di essere elette. Eppure, probabilmente, anche nel 2022 trascorsi 75 anni dal 1946, anno in cui è nata la Costituzione, sarà eletto l’ennesimo uomo. Le donne continueranno a prendere una manciata di voti. Eleggere una donna alla presidenza della Repubblica vorrebbe dire scardinare un intero modo di pensare, ancora troppo radicato nella politica contemporanea. Speriamo di sbagliare e, soprattutto, che per la prima Presidentessa della Repubblica non ci sia da attendere ancora troppo tempo.

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