Voleva essere un eroe, anche soltanto per un giorno, ma è andata diversamente. David Bowie eroe lo è stato, per una vita intera, e continua ad esselo ancora oggi, che questa vita l’ha lasciata.
David Bowie, al secolo David Robert Jones, è stata una creatura straordinaria passata su questo pianeta tra questo secolo e lo scorso.
La sua carriera musicale è cominciata nel 1966. All’età di 19 anni, David pubblica insieme ai Lower Third, la rock band di cui fa parte, “Can’t help thinking about me”, il primo singolo scritto e firmato con il nome di David Bowie. Il pezzo viene registrato a Londra in quindici giorni nel dicembre del 1965 e pubblicato dalla Pye Label il 14 gennaio dell’anno seguente. Il testo è autobiografico e si riferisce al periodo in cui Bowie viveva a Sydenham, un distretto a sud-est di Londra in cui aveva abitato dopo aver lasciato Bromley, dove abitava con i genitori.
David Bowie, “Can’t help thinking about me”: tra flop e successi
Seppur apprezzato dalla critica e dalle riviste specializzate per il suo rock senza fronzoli, “Can’t help thinking about me” si rivela un fiasco nelle classifiche di vendita inglesi. Anche negli Stati Uniti, dove il brano viene pubblicato a maggio dello stesso anno dalla Warner Bros, non ottiene nessuna rilevante posizione in classifica. Tuttavia, la figura di David Bowie, già così originale e fuori dal comune, viene subito notata dalle riviste di settore. “Melody Maker”, settimanale musicale britannico, lo intervista per il numero del 26 febbraio del 1966. “A message to London from Dave”, questo il titolo dell’intervista, ha un inizio perentorio e un contenuto quasi profetico.
WITHOUT doubt David Bowie has talent. And also without doubt it will be exploited. (David Bowie senza dubbio ha talento. E altrettanto sicuramente lo sfrutterà.)
A febbraio del 1966, quando l’intervista usciva sulle pagine di “Melody Maker”, David Bowie si trovava con un singolo da promuovere ma senza una band che lo accompagnasse. I Lower Third lo avevano lasciato alla fine di gennaio, infastiditi dalle eccessive attenzioni riservate a Bowie durante la campagna pubblicitaria. Così, invitato dal programma programma Ready Steady Go! di ITV, il 4 marzo, egli eseguì il brano accompagnato da una nuova band, The Buzz.
Resurrezione di “Can’t help thinking about me”
Qualche decennio dopo quel primo singolo, David Bowie decide di dargli una nuova possibilità. Nell’agosto del 1999 lo inserisce nella scaletta dei brani eseguiti a VH1 Storytellers. “Credo vi piacerà. È veloce. È carina”: così Bowie la presenta ad pubblico, consapevole che potrebbe non riconoscerla nè conoscerla in mezzo ai suoi brani più famosi. Dopo quell’esibizione, Bowie decide di proporre “Can’t help thinking about me” anche nel live all’Elysée Montmartre del 14 ottobre dello stesso anno. Da lì, il pezzo rimane presenza costante nella scaletta del tuor di “Hours”, il suo ventunesimo album.
“Can’t help thinking about me” nell’album postumo “Toy”
L’idea di porre sotto una nuova luce le sue prime canzoni accompagna Bowie anche nel nuovo secolo. Nel 2000 propone alla sua etichetta discografica di pubblicare un concept album con tutti i suoi brani degli anni 60, ma riadattandoli. L’idea è di regalare all’ascoltatore un “surprise album”, facendo conoscere il suo primo repertorio, spesso sconosciuto e mai entrato in classifica. Tuttavia, la casa discografica boccia il progetto, che non vede la luce fino ad oggi.
A novembre del 2021, quasi quattro anni dopo la morte di David Bowie, viene annunciata l’uscita di “Toy”, ovvero di quel progetto mai pubblicato. Tutte le canzoni contenute in questo album postumo sono riletture di vecchi brani scritti nella seconda metà degli anni 60 e che Bowie ha registrato nel 2000 dopo l’esibizione a Glastonbury, al termine del tour dell’album “Hours”.
Con l’uscita dell’album postumo, è apparsa anche una nuova versione di “Can’t help thinking about me”. La registrazione in studio del primo pezzo di Bowie è accompagnata anche da una versione live registrata ai Maida Vale Studios il 25 ottobre 1999 per il Mark Radcliffe BBC Radio 1 Show.
“It’s fast. It’s nice”. Con un pezzo che lui stesso ha definito così, David Bowie ha dato il via ad una carriera artistica che lo ha portato a viaggiare fino ai lati più estremi ed opposti delle sue ambizioni, reinventadosi sempre ma non dimenticandosi mai che è da quella semplicità che ha avuto inizio il suo lungo e poliedrico percorso.
Giorgia Lanciotti
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