Questa volta il campione di tennis Novak Djokovic deve alzare, definitivamente, bandiera bianca. Il tennista si è visto respingere il ricorso contro l’espulsione commissionatagli dal Governo australiano. Tradotto: deve lasciare immediatamente l’Australia ed abbandonare, contestualmente, il tabellone degli Australian Open attualmente in corso di svolgimento. Si archivia con toni aspri e vicende giudiziarie, quindi, una telenovela che ha diviso l’intero mondo dello sport in un momento delicato di pandemia.

Novak Djokovic out dagli Australian Open e dal Paese: ecco cosa è successo

Alla fine sono state le Autorità governative della terra dei canguri a prevalere sul numero uno del Ranking mondiale di tennis. Ma cosa è successo in questa vicenda così particolare? Prima di addentrarci in questa storia, vale la pena chiarire il contesto attuale: la pandemia da Coronavirus, dopo aver dato ossigeno nel periodo estivo, si è riproposta più contagiosa che mai con la nuova variante Omicron. In tutto il mondo si moltiplicano i positivi ed i vari governi stanno cercando in ogni modo di arginare il dilagare di contagi con nuove norme restrittive e, soprattutto, dando maggior impulso alla campagna vaccinale.

Già, il vaccino. Il vero protagonista di questa vicenda che di sportivo ha soltanto l’attore principale. Novak Djokovic non si è sottoposto alla doppia inoculazione del siero che sta contrastando il virus pandemico e l’Australia, in questo campo, si è dimostrata severissima. Prima dell’inizio degli Australian Open, infatti, il direttore Craig Tiley aveva dichiarato che nessun atleta sprovvisto di copertura vaccinale avrebbe potuto calcare i campi da tennis australiani. A conti fatti, la speranza dell’organizzatore era quella di spingere il serbo a sottoporsi almeno alla prima dose. Obiettivo fallito.

L’avvicinamento al torneo e le beghe giudiziarie

Novak Djokovic ci sarà o no? Per diverse settimane, questa domanda ha campeggiato solitaria sull’avvicinamento e l’inizio degli Australian Open. Nel frattempo, la vicenda si arricchiva di capitoli poco edificanti: dopo il primo “No” del Governo australiano, gli avvocati del tennista serbo hanno dichiarato che il loro assistito, avendo contratto il virus, non avrebbe avuto bisogno del vaccino. Peccato che, in quel dato periodo, il numero uno era in giro per il mondo a ricevere premi (giusti) alla sua carriera invece di restare in quarantena. Questa esenzione aveva permesso al serbo di arrivare in Oceania, ma le Autorità per tutta risposta hanno cancellato il suo visto.

Il rapido ricorso emesso dal team di legali del serbo è stato definitivamente respinto nella giornata odierna: Novak Djokovic non potrà partecipare agli Australian Open e dovrà abbandonare rapidamente il territorio australiano. La decisione è stata presa all’unanimità dai giudici James Allsop, Anthony Besanko e David O’Callaghan, incaricati di di valutare se la decisione presa dal ministro dell’Immigrazione Alex Hawke fosse illegittima o irragionevole.

Adesso il tennista rimarrà in stato di fermo in quel di Melbourne fino alla definitiva espulsione. Il serbo rischia di non poter andare in Australia per i prossimi tre anni: queste sentenze, in genere, portano con sé anche un daspo territoriale della durata di un triennio. Ma sono previste anche eccezioni, in determinati casi. Difficilmente, infatti, il numero uno del Ranking sarà allontanato per tutto questo lasso temporale. Si conclude così una vicenda spinosa che ha contribuito terribilmente ad inasprire l’opinione pubblica: i vaccinati sono indignati, i No Vax si sentono ancor più limitati nelle loro libertà. Il Covid-19, intanto, se la ride e continua ad imperversare.

ANDREA MARI

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Photo Credit: via Twitter, @tododeportes_ok