Severa accusa del vicepresidente del consiglio della regione Piemonte Salizzoni nei confronti di una locandina di un ciclo di eventi culturali promossi dall’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone. Secondo il consigliere si tratterebbe di una rappresentazione grottesca simbolo di una propaganda fascista.

I dettagli del manifesto che ricorda le Foibe

Che la parola “nazismo” abbia subito un fenomeno di dilatazione semantica, che ha portato a un abuso del termine, usato in modo indistinto per parlare di qualsiasi fenomeno di oppressione e violenza, è ormai ben noto a tutti, soprattutto in Italia. Ma se non ci si ferma a una lettura superficiale e equivoca della parola, e ci si riferisce invece al Nazismo come a una concreta realtà storica, nata dal movimento politico fondato da Adolf Hitler nel 1919, ci si accorge di quanto siano infondate le accuse di propaganda nazionalsocialista che vengono spesso rivolte ai membri di alcuni partiti politici.

Non è la prima volta che l’accusa viene rivolta a Fratelli d’Italia, noto partito di centrodestra, attualmente all’opposizione, che secondo i sondaggi è protagonista di un aumento vertiginoso dei consensi tra gli italiani. La causa scatenante dell’attribuzione di colpa mossa dal consigliere del Partito Democratico, sarebbe nata dalla diffusione di un manifesto promozionale realizzato dall’Anonima fumetti di Torino, per pubblicizzare un ciclo di conferenze che si svolgerà in occasione della giornata del ricordo delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Si tratta di un’immagine che vede in primo piano donne e uomini fuggire dalla ferocia dei partigiani titani, con i volti coperti dall’ombra, le forme inquietanti, la stella rossa a dominare sull’uniforme. Secondo Salizzoni, “la rappresentazione artistica ritrae una realtà conflittuale, a senso unico, con le stelle rosse armate che cacciano civili per bene terrorizzati”. L’opera riporterebbe quindi in auge un “clima da anni Cinquanta, con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra” senza che vengano invece raccontati “i fatti dall’una e dall’altra parte”.

Una polemica che potrebbe rivelarsi inutile, se non altro perché gli ospiti del ciclo di conferenze, come Giordano Bruno Guerri, attuale direttore del Vittoriale degli italiani, non sono certo storici da sottovalutare, possono infatti vantare molti anni di studio alle spalle, che hanno portato a un’analisi accurata della storia, che tiene sicuramente conto di tutte le variabili del caso, e delle varie parti protagoniste degli eventi.

L’assessore di Fratelli d’Italia respinge pertanto le accuse, sottolineando che chi polemizza non ha fatto ancora i conti con la storia, e vorrebbe mettere sullo stesso piano vittime e carnefici.

Non si vuole negare che nel mondo ci sia ancora qualche esaltato nostalgico dei regimi dittatoriali, ma certo risulta superficiale e politicamente scorretto accusare di propaganda fascista chi si impegna per organizzare eventi di divulgazione storica.

Michela Foglia

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