La vulvodinia, malattia ancora troppo invisibile, è stata riconosciuta dal Lazio come una condizione cronica e invalidante. Insieme alla neuropatia del pudendo e alla fibromialgia, è stata inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza del Lazio grazie alla mozione presentata in consiglio regionale dalla consigliera Marta Bonafoni.

La vulvodinia è anche detta “malattia di allontanamento”. Perché quando vivi e convivi con patologie come queste, devi fare i conti non solo con il dolore fisico, ma soprattutto con quello emotivo. Ti senti difettosa, meno donna, sola. Lo racconti e spesso non ti credono e il disagio aumenta. E aumenta anche il maledetto stigma.

Marta Bonafoni

Uno stigma così forte e ben radicato nella nostra cultura tanto che a dover far luce su questa malattia è stata l’influencer e modella Giorgia Soleri. Raccontando l’odissea a cui è andata incontro fin da giovanissima, Soleri ha documentato tutta la sua battaglia (arrivata anche in Parlamento) sul suo profilo Instagram, pubblicando anche le foto del suo corpo post-intervento dopo che, finalmente, un medico aveva riconosciuto il problema e aveva accettato di operarla.

A lei si sono unite tantissime altre donne che soffrono di questo male che non è percepibile a occhio nudo. Ma era necessario l’intervento di una influencer per far sì che le donne malate avessero una voce e considerazione? Cosa sarebbe successo se, a parlare, fosse stata una donna comune? Si sarebbe ottenuto lo stesso risultato o non sarebbe accaduto nulla, come purtroppo il passato ci insegna?

Forse è meglio guardare il lato positivo di questa storia (fortunatamente a lieto fine): ci ha dimostrato che la solidarietà femminile esiste, è viva e ha un cuore pulsante, ed è in grado di mettere in atto un cambiamento positivo nella società.

Chiara Cozzi

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Ph: supercurioso.com