Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio alla scoperta di un’eccezionale scrittrice moderna. Parleremo di ansia, di dolore, di scrittura e di libertà. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Daria Bignardi e alle sue opere.

“Mi piace pensare che la scrittura conceda la libertà estrema. Non so mai del tutto cosa accadrà quando comincio una storia. Quanto alla tecnica di scrittura, è vero che scrivere, riscrivere, togliere, cambiare, aspettare e ricominciare dà alla fine dell’opera un bel senso di compiutezza”

La libertà che concede la scrittura nel raccontare il mondo e se stessi e la sua importanza. Questo emerge dalle dichiarazioni di Daria Bignardi in un’intervista sul suo libro “Storie della mia ansia”. La scrittrice ferrarese ci ha regalato da sempre opere dilettevoli per lingua e stile narrativo. Anzi la scrittura stessa è come un farmaco, una cura per le sofferenze della vita. Si può dire, secondo alcuni critici letterari, che le opere della Bignardi salvano la vita aiutandoci ad affrontare il dolore in tutte le sue sfumature.

Daria Bignardi, affrontare ansia, malinconia e dolore

Sin dall’esordio con “Non vi lascerò orfani” passando per “Santa degli impossibili” e l’ultimo “Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici” Daria Bignardi ha sempre dato un taglio autobiografico ai suoi libri. Questo le ha consentito ancora di più di affrontare e di mettere a nudo la sofferenza che traspare dai suoi romanzi sotto forma di ansia, dolore e malinconia.

Non è una visione pessimista della sofferenza quanto una presa d’atto consapevole della sua esistenza e la messa in campo di strumenti per affrontarla. Nei suoi libri la Bignardi non si nasconde ma fa i conti direttamente con il dolore affrontandolo anche con sarcasmo e ironia. Non c’è dunque celebrazione o giustificazione della sofferenza ma la si tratta per ciò che è imparando ad addomesticarla e fronteggiarla.

Stefano Delle Cave

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