Da Tangentopoli in poi, la Magistratura italiana non ha goduto di una buona reputazione, né tra gli italiani, né nel resto d’Europa. Il sistema giudiziario del nostro Paese è considerato poco efficiente, e spesso i tentativi di riformarlo non sono andati a buon fine. Le accuse dei mancati cambiamenti intervenuti nella Magistratura vedono la politica colpevole. La funzione giurisdizionale non ha avuto nuova vita perché ogni corrente parlamentare tentava di muoversi verso un cambiamento che favorisse il singolo partito anziché il popolo. La fiducia dei cittadini italiani nei confronti di questo organo è ormai sotto zero.
Di cosa ha bisogno la Magistratura per rinascere
L’ultimo grande colpo inflitto alla Magistratura va sotto il nome di Caso Palamara. Le dichiarazioni dell’ex magistrato protagonista dello confessioni che hanno scandalizzato l’Italia, parlano di un potere insito nel sistema giudiziario. Si tratta del “sistema” con il quale verrebbero orientati in modo illecito gli incarichi e le nomine di importanti posizioni.
Il tema della riforma della giustizia è al centro del dibattito politico. La volontà di rendere più efficiente l’organo giurisdizionale è l’obiettivo che spinge al cambiamento. Tuttavia, le spaccature presenti nel governo portano a dei compromessi che generano delle riforme timide.
Solo pochi giorni fa è stato dato il via libera al referendum di 5 quesiti sulla giustizia. Gli italiani voteranno per eliminare la legge Severino. Ci si riferisce all’incandidabilità e decadenza dei parlamentari e uomini di governo condannati a 2 anni, alla separazione delle carriere dei magistrati, alla stretta alla custodia cautelare, al via libera alle candidature per il Csm senza bisogno di un numero di firme tra 25 e 50 e al voto degli avvocati nei consiglio giudiziari sulle valutazioni dei magistrati.
Tuttavia, la reputazione che si è costruita la Magistratura negli ultimi anni, vede al centro anche un problema di tipo etico e sociale. Quando si tratta di difendere i propri interessi, politici e magistrati operano attraverso mille giustificazioni, mentre quando si tratta di crocifiggere l’avversario, si usano strumenti di indagine microscopici. Ci vorrebbe una rinascita all’insegna dell’onestà, che rimetta al centro l’osservanza delle leggi, indipendentemente da chi si trova al centro dell’inchiesta.
Michela Foglia
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