Quando il trattamento integrativo non viene riconosciuto sugli stipendi troppo bassi. Perché?
Di seguito spiegato cos’è la capienza fiscale e perché influisce sul bonus 100 euro.


Quando spetta il bonus dei 100 euro?

Il trattamento integrativo si applica a redditi fino a 15mila euro, ma non viene riconosciuto per quelli inferiori a 8145 euro annui. Cerchiamo di capire il perché.

La Legge di Bilancio 2022 prevede di erogare il trattamento integrativo ai lavoratori con reddito fino a 15mila euro, a patto che vi sia capienza fiscale, ovvero che l’imposta lorda sia superiore alla detrazione da lavoro dipendente spettante. Che cosa comporta questo e perché è richiesta la capienza fiscale?

Fino ad un determinato reddito, le detrazioni da lavoro sono superiori all’imposta dovuta e, perciò, sui redditi prodotti non si pagano le tasse. Questa è la cosiddetta no tax area che per i lavoratori dipendenti è fino a 8145 euro.

Il bonus Renzi e il trattamento integrativo, sono tagli che dovevano alleggerire le tasse che il lavoratore dipendente paga in busta paga. Questo significa che, tagliando l’IRPEF in busta paga, si riducono le imposte dovute sullo stipendio, che risulta quindi più alto.

Per un lavoratore che guadagna più di 8145 euro non esiste differenza tra stipendio lordo e stipendio netto poiché l’IRPEF non viene applicata sulla busta paga. Ed è per questo motivo, in caso di incapienza fiscale, che non è possibile riconoscere il bonus 100 euro (ex bonus Renzi).
Non c’è un IRPEF da tagliare e quindi non spetta nemmeno il trattamento integrativo, perché erogandolo aumenterebbero sia la retribuzione netta che quella lorda.

Beatrice D’Uffizi

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