Ormai, in Italia, la parola politica ha assunto una connotazione negativa. L’opinione dei cittadini sull’attuale classe politica sembra irreversibile. Lungi dall’essere un nobile impegno, il fatto di sedere nelle fila del Parlamento rappresenta per molti uno strumento per fare carriera e assicurarsi dei privilegi. L’inerzia dei partiti fa emergere un dato: l’interesse per la Nazione è passato in secondo piano, l’incompetenza regna sovrana.
Un rinnovamento politico che deve nascere dal singolo
Il successo di alcuni partiti ha cancellato il merito, dando accesso al Parlamento a individui incompetenti. I politici si sono mostrati incapaci di gestire i mutamenti della società italiana. Da ciò è conseguita l’attuazione di un modello obsoleto di governo, che non tiene conto delle attuali necessità del popolo. Il nostro Paese vive una profonda crisi d’identità, la popolazione ha perso la fiducia nel sistema politico.
È soprattutto con la crisi del 2008 che processi di degenerazione già in atto da decenni si acuiscono. Lavoro, istruzione, reddito e sicurezza non vengono più gestiti in modo efficace, e spesso i politici si mostrano avidi e immorali. È ormai lontana l’idea di politica portata avanti dai rappresentanti della Prima Repubblica.
La sconfitta della politica italiana è raffigurata dal fatto che ormai le competenze sono diventate un valore accessorio per chi ci governa. Che questa non sia un’affermazione campata in aria, lo dimostrano le continue gaffe politiche, di personaggi che per esempio, si confondono tra Libia e Libano. È vero che con l’impegno chiunque può fare, nel limite delle sue possibilità, qualunque cosa, ma il problema è proprio che nessuno vuole spendere il proprio tempo nell’implementare le sue conoscenze e abilità in favore di un progresso che generi benefici alla collettività. Gli errori del Parlamento si riflettono sulle nuove generazioni, vere vittime di questo sistema malato.
Tuttavia, rimanere impassibili difronte alla corrosione della politica, ci rende complici. Vedere le violenze che sta subendo una componente così nobile della vita pubblica rimanendo impassibili non fa altro che alimentare le lacune del nostro Paese. Il rinnovamento da qualche parte deve pur iniziare, e la responsabilità è tutta nelle mani del singolo cittadino, che deve liberarsi dell’egoismo per immergersi in un’ottica solidale che permetta un progresso etico della società. Solo dal recupero di valori si può delineare una prospettiva di crescita per il nostro Paese.
Michela Foglia
Seguici su Facebook