HermeticWiper è il primo malware ufficiale della guerra tra Russia e Ucraina. Un virus informatico che va a colpire i dati in modo irreversibile. Preoccupazioni anche da parte dell’Italia, poiché le imprese, perlopiù di piccole e medie dimensioni, sono molto vulnerabili a livello informatico. Ecco perché la guerra è anche cibernetica.

Quando l’innovazione diventa un problema

Un report dell’FBI sul cybercrime ha identificato l’Italia come uno dei Paesi più a rischio di attacchi hacker. La situazione si fa preoccupante visto il recente attacco della Russia all’Ucraina. Infatti, ormai le guerre si caratterizzano per diversi tipi di attacco. Non ci sono più solo scontri armati, ma anche scontri prettamente economici, finanziari e informatici. Lo scopo primario della guerra cibernetica è causare danni nei sistemi vitali delle nazioni andando a colpire attività politiche e di governo, difese militari, forze di sicurezza interna ecc. in modo da sottomettere il nemico.

Lo scenario di un cyber-storm, ovvero di una cyber-tempesta è realistico, spiega l’esperto di cyber Security di Rödl & Partner. Già in passato, sempre a causa della crisi tra Russia e Ucraina, era stato creato il NotPetya, che aveva causato milioni di dollari di danni in tutto il mondo. Visto questo precedente, si spera che il mondo occidentale sia oggi preparato a rispondere a un attacco di questo tipo.

Questo rischio andrebbe a sommarsi a altri già presi in esame. Si tratta di crisi energetica, aumento dei prezzi dei generi di prima necessità e blocco dell’export. Uno scenario che ci auguriamo non si prefiguri, sia per il bene del nostro Paese, che per quello di coloro che vivono sul loro territorio il conflitto.

Intanto, la reazione italiana al conflitto continua. Pochi minuti fa Mario Draghi ha dichiarato che si sta definendo un pacchetto da 110 milioni di euro di aiuti finanziari all’Ucraina a scopi umanitari e di stabilizzazione macro-finanziaria.

Michela Foglia

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