Cresciuto nel mondo de cinema, con due mostri sacri della recitazione come Luciano Salce e Vittorio Gassman, Emanuele ha cercato di fare altro nella vita. “Mi sono iscritto ad economia e commercio, a scienze politiche, ho fatto di tutto e poi mi sono iscritto ad un corso di regia per dimostrare di non avere paura de confronto” – racconta – “E’ stata una necessità, non ho scelto di seguire le orme paterne e, alla soglia dei quarant’anni, ho cominciato a fare l’attore”. Ma come sono stati Luciano Salce e Vittorio Gassman come padri? “Li vedevo più spesso in televisione che a casa” – racconta Emanuele. “Quindi chi ha interpretato di più la parte de padre?”, chiede Caterina Baivo. “Avevano altri taenti, ma come papà erano un po’ meno presenti”. L’attore, poi, regala un ricordo intimo di papà Emanuele: “E’ stato prigioniero dei tedeschi dal 1943 al 1945. Lui nasce come orfano di madre, morta subito dopo il parto. Il padre che vedeva in lui la causa della morte della donna che amava, decide di farlo crescere in un istituto. A 13 anni, resta coinvolto in un incidente con il padre nelle poche visite e, in seguito, gli ricostruirono la mandibola inserendogli una mascella d’oro che poi i tedeschi gli tolsero durante la prigionia”.

Emanuele Salce è nato a Londra il 7 agosto del 1966 figlio dell’attore e regista Luciano Salce e di Diletta D’Andrea. E’ cresciuto con la passione per il cinema e, con l’obiettivo di seguire le orme del padre, ha frequentato e si è diplomato, nel 1991, in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia.

Quando ciò è accaduto il padre Luciano era scomparso e nella sua vita e di quella della madre era entrato il grande Vittorio Gassman. Emanuele si trasferì con la madre a casa di Gassman dove visse per alcuni anni, scoprendo i segreti del regista e condividendo con lui la quotidianità.

Ha iniziato lavorando ad alcuni cortometraggi e come assistente alla regia di grandissimi cineasti come Dino Risi, Ettore Scola, Marco Risi, Livia Giampalmo e Pasquale Squitieri. In queste circostanze ha fatto anche qualche apparizione come attore. Intensifica la sua attività attoriale con l’inizio del nuovo millennio, prendendo parte e diversi spettacoli teatrali oltre che apparendo spesso in televisione e al cinema.

Leggi anche: Fosca Innocenti: cosa accadrà nell’ultima puntata? Il finale di stagione Emanuele Salce ha voluto raccontare la storia del padre Luciano, in occasione dei 20 anni dalla scomparsa del padre Luciano, a suo modo ovvero un documentario dal titolo L’uomo dalla bocca storta, che è stato presentato al IV Festival Internazionale del Film di Roma e che ha avuto la menzione speciale come miglior documentario sul cinema ai Nastri d’argento 2010.