A volte il destino riesce a scrivere trame che nessuno scrittore potrebbe rendere così intricate ed affascinanti. Gli ingredienti per vivere una sfida caldissima, in quel dell’Artemio Franchi, ci sono tutti ed insaporiranno una faida sportiva già piccante per natura. Fiorentina-Juventus di questa sera non sarà un match come tutti gli altri e questa volta la rivalità tra le due tifoserie potrebbe passare in secondo piano. Come mai? Perché questo incontro di calcio vale tantissimo per entrambe le società, soprattutto per gli odierni padroni di casa. Erano anni che la viola non si dimostrava così competitiva: la compagine di Vincenzo Italiano lotta per le posizioni europee in Serie A ed è arrivata in semifinale di Coppa Italia. A sbarrare le porte della finalissima (almeno per adesso) c’è l’avversario di una vita. La nemesi di Firenze. Una squadra che schiererà in campo Dusan Vlahovic, l’eroe decaduto della Fiesole. Il “traditore”, come viene apostrofato nel capoluogo toscano.
Dusan Vlahovic torna a Firenze: il Franchi si prepara ad accoglierlo
Il tira e molla sul rinnovo di contratto dopo essere stato coccolato, svezzato e lanciato nel calcio che conta dalla Fiorentina. Il brusco stop delle trattative con Rocco Commisso e l’idea di poter andare via a costo zero attendendo la naturale scadenza del matrimonio con i viola. I rifiuti alla Premier League e quella parola, che ancora oggi brucia, data alla Juventus, la rivale di una vita. Infine, già vestito di bianconero, le parole fredde per Firenze: “Fiorentina-Juventus? Una partita come le altre“.
Troppi ingredienti malsani di un inizio ricolmo d’amore che si è trasformato in un rapporto avvelenato sui titoli di coda. E tutti noi lo sappiamo bene: l’altra faccia dell’amore è l’odio. In questo caso sportivo. Dusan Vlahovic torna all’Artemio Franchi di Firenze per sfidare la Fiorentina, ovvero il suo recentissimo passato. Da alfiere dei bianconeri, da freddo killer pronto a segnare e, perché no, ad esultare in faccia ai suoi ex tifosi. Un eroe decaduto per quella Fiesole pronta a subissarlo di fischi. Ma al cuore del tifo della viola si unirà tutto lo stadio in un caldo (e polemico) bentornato. No, non sarà una partita come tutte le altre. Il serbo se ne accorgerà tra qualche ora.
ANDREA MARI
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