Sono molti i pentastellati che in questi giorni si sono mostrati scettici sull’uso delle armi in Ucraina. Tra di loro Vito Petrocelli, Senatore per il Movimento Cinque Stelle. Il suo tentennamento ha fatto eco a causa del suo ruolo istituzionale di Presidente della Commissione Esteri. Tacciano le armi, queste le sue parole.

Petrocelli ha seguito la sua coscienza

Le parole di Vito Petrocelli hanno fatto scalpore a Palazzo Madama. Il Senatore, insieme a pochi altri membri del Parlamento, è uno dei pochi che non vuole l’invio di armi in Ucraina. Una scelta controversa, ma che non può essere condannata a priori. Nel nostro secolo le guerre vengono combattute con diversi strumenti, e in questo caso, purtroppo, vengono usate anche le armi. Se l’Ucraina non disponesse di questi strumenti verrebbe sottomessa in men che non si dica dall’armata russa. Tuttavia, siccome siamo in una democrazia, Petrocelli ha la libertà di esprimere la propria opinione. Egli ha agito secondo coscienza, dissociandosi dalle indicazioni del suo partito.

Le sue affermazioni sono state criticate da molti parlamentari, che ne hanno chiesto le dimissioni. Ma in nome della libertà di pensiero, garantita dalla nostra Costituzione, non sarebbe giusto condannare un parlamentare alle dimissioni solo per avere espresso la sua opinione.

Se analizzassimo la situazione dal punto di vista opposto a quello di Petrocelli, potremmo dire che è altrettanto ignobile non fornire gli armamenti all’Ucraina. Si tratta infatti di uno Stato le cui forze armate sono nettamente inferiori rispetto a quelle del nemico. Gli ideali di pacifismo sono molto nobili, ma in certi casi essi non possono essere perseguiti nella loro totalità.

Michela Foglia

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