Se si chiedesse ad un qualsiasi italiano chi è il padre della letteratura del nostro Paese, la risposta sarebbe alquanto scontata: Dante Alighieri. L’impatto che la sua figura ha avuto sulla nostra cultura è stato senza eguali. Da oltre sette secoli continua ad influenzare la quotidianità del popolo italiano, di certo la nostra lingua non sarebbe la stessa se lui non fosse mai esistito.
Il 19 giugno 2017, il giornalista e scrittore Paolo Di Stefano, in un editoriale comparso sul Corriere della Sera, propose di dedicare un’intera giornata sul calendario al celebre poeta. L’approvazione della direttiva da parte del Consiglio dei ministri arrivò il 17 gennaio 2020, così nacque ufficialmente il Dantedì. Venne scelto il 25 marzo poiché è la data in cui si ritiene che sia iniziato il famosissimo viaggio narrato nella Divina Commedia.
Chi era davvero Dante Alighieri?
A scuola siamo abituati a studiare qualche nozione della sua biografia, la giusta dose di informazioni necessarie a comprendere le sue opere. Molti non sanno però che la vita di Durante Alighieri, detto Dante, fu estremamente interessante e, come affermato anche dallo storico Alessandro Barbero, sarebbe potuta essere oggetto di studio anche se lui non fosse mai diventato un poeta.
La sua famiglia non era di origine nobile, ma era abbastanza conosciuta e rispettata a Firenze. Dante Alighieri nacque nel maggio del 1265. Nei suoi scritti non parla mai dei suoi genitori, probabilmente morirono quando era molto piccolo e non si sa neanche se ebbe mai modo di conoscerli. L’unico aneddoto che ci è giunto sulla sua infanzia è di argomento amoroso. Nella Vita Nova il poeta infatti racconta di come all’età di nove anni si fosse innamorato di una bambina che indossava un vestitino rosso, e garantisce di aver portato avanti questo sentimento per tutta la vita. L’amore sarà sempre uno dei perni centrali della poetica dantesca, basti pensare alla sua fin troppo nota Beatrice. Sposò però un’altra donna, Gemma Donati, e ciò lo portò a dover sublimare tutte le sue emozioni represse nei versi letterari. I due misero su famiglia, ebbero almeno cinque figli, ma non tutti ebbero una vita duratura.
L’aspetto fisico del poeta
I ritratti di Dante Alighieri che nel corso dei secoli sono stati realizzati sono numerosissimi, ma sono davvero fedeli alla realtà? La fonte che ci ha permesso di avere un’idea della fisicità del poeta è Giovanni Boccaccio, il quale però non lo conobbe mai dal vivo. Boccaccio però si basò molto sulla conoscenza di Andrea Poggi, nipote di Dante, il quale si diceva gli assomigliasse molto.
Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi [più] grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso.
Giovanni Boccaccio, Trattatello in laude di Dante, 1362
L’impegno politico
Dopo la vittoria dei Guelfi sui Ghibellini a Firenze non sembrava regnare un clima di serenità. All’interno del partito vincitore infatti si creò una spaccatura su chi dovesse detenere il potere, ciò portò alla nascita dei Guelfi Bianchi e dei Guelfi Neri. Dante, impegnato nel consiglio, cercò di restare il più neutrale possibile, ma la sua evidente preferenza per i Bianchi non passò inosservata. I Neri attuarono una serie di violente sommosse contro i loro rivali, fino ad ottenere la conquista del potere. Vennero cacciati da Firenze tutti i potenziali nemici, e tra questi figurava anche il nome del poeta. Nel 1302 più di seicento persone vennero mandate in esilio, Dante subì un processo per baratteria, ovvero per corruzione.
Venendo condannato all’esilio il poeta perse la propria cittadinanza fiorentina, alla quale era legatissimo. Non fece mai più ritorno nella sua amata patria, poiché vagò per le varie città italiane nei successivi vent’anni, fino alla morte nel 1321. Fu proprio in quel periodo però che ebbe modo di dar voce alle proprie idee, componendo quella che poi è diventata la più grande opera letteraria di tutti i tempi: la Divina Commedia.
Ludovica Nolfi