Cartesio, padre del razionalismo continentale. Oggi, dopo ben 426 anni dalla sua nascita, René Descartes, latinizzato in “Cartesio”, è considerato il primo pensatore moderno ad aver provato a ricercare i principi sostanziali fondamenti della scienza moderna. Fautore di un profondo rinnovamento scientifico e filosofico, la sua concezione dell’uomo è quella base da cui parte e si sviluppa tutta la filosofia moderna. Hegel scrisse di lui:
“Si giunge così alla filosofia moderna in senso stretto, che inizia con Cartesius. Qui possiamo dire d’essere a casa e, come il marinaio dopo un lungo errare, possiamo infine gridare “Terra!”. Cartesius segna un nuovo inizio in tutti i campi. Il pensare, il filosofare, il pensiero e la cultura moderna della ragione cominciano con lui”.
Cartesio e il valore della ragione: il metodo
Per Cartesio la creazione di un metodo è una risposta alla cultura tradizionale inidonea a fornire un giusto criterio utile nella distinzione di ciò che è vero da ciò che è falso.
“Volendo seriamente ricercare la verità delle cose, non si deve scegliere una scienza particolare, infatti esse sono tutte connesse tra loro e dipendenti l’una dall’altra. Si deve piuttosto pensare soltanto ad aumentare il lume naturale della ragione, non per risolvere questa o quella difficoltà di scuola, ma perché in ogni circostanza della vita l’intelletto indichi alla volontà ciò che si debba scegliere; e ben presto ci si meraviglierà di aver fatto progressi di gran lunga maggiori di coloro che si interessano alle cose particolari e di aver ottenuto non soltanto le stesse cose da altri desiderate, ma anche più profonde di quanto essi stessi possano attendersi”.
Cartesio, Discorso sul metodo
Secondo il filosofo per la creazione del metodo si parte dalle scienze matematiche dato che esse, raggiungendo i risultati che si prefiggono, sono già provviste di un criterio. Cartesio chiama la matematica la “scienza della ragione” poiché deriverebbe dai due soli atti del nostro intelletto: l’intuizione e la deduzione. Le regole del metodo sono fondamentalmente quattro: regola dell’evidenza, regola dell’analisi, regola della sintesi, regola dell’enumerazione. In realtà tali regole risultano efficaci solo per la matematica. La prima risulta essere la più importante. Solo la ragione, infatti, è in grado di ammettere l’esistenza dell’evidenza. Dunque solo l’io pensante può appurare la veridicità della applicazione di tali norme a tutto il sapere.
Il dubbio metodico di Cartesio
“Dubium sapientiae inizium” (“Il dubbio è l’origine della saggezza”). Cartesio mette in dubbio tutto, solo con il dubbio è infatti possibile giungere alla verità. “Cogito, ergo sum” (“Penso, dunque sono”): il fatto che l’uomo dubiti è la prova che esso esista. Egli è sostanza pensante costituito da un pensiero: l’idea. Esistono tre tipi di idee: innate, avventizie e fattizie. Le prime sono nate con noi (come l’idea di Dio che non è prodotto del pensiero; quest’ultimo è imperfetto perché dubita mentre Dio è perfezione), le seconde sono provenienti dall’esterno e vengono riconosciute dai sensi; le terze, infine, sono inventate dall’intelletto.
L’uomo è costituito da una parte immortale “res cogitans” (anima,pesiero) e una parte mortale “res extensa”. Per il pensatore l’incontro di queste due parti si concretizzerebbe in una sostanza fisica, la ghiandola pineale che si trova nel cervello. La morale cartesiana invita a prendere la ragione come guida nella vita pratica. Non bisogna infatti confondere il razionalismo con il mancato utilizzo dell’immaginazione poiché per Cartesio stesso essa è una parte fondamentale. Sue parole furono: “La ragione non è nulla senza l’immaginazione”. La vita di ciascun essere in ogni epoca si fonda sulla ragionevolezza di riconoscere la follia sentimentale come elemento nobile e l’irragionevolezza di accettare norme stabilite come garanzia di letizia.
Giusy Celeste
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