Un bambino ucraino di 4 anni, Sasha, è scomparso da venti giorni mentre fuggiva dalla guerra in Ucraina.
Non si sa nulla su dove possa essere, gli appelli per ritrovarlo continuano.
Il piccolo potrebbe anche trovarsi in Italia.
Dove si trova il bambino scomparso?
Sasha è uno dei due milioni di bambini costretti a lasciare il proprio Paese per salvarsi.
Una storia, la sua, che però ancora non ha avuto risvolti positivi.
Il piccolo è infatti ormai scomparso dal 10 marzo scorso. Alexander Zdanovich Yahno ha 4 anni, insieme alla nonna cercava di fuggire dai bombardamenti. Si erano rifugiati su una barca che attraversava il fiume Dnepr, quando i russi hanno colpito e affondato l’imbarcazione.
La nonna è morta, la barca distrutta, ma di Sasha nessuna traccia.
Il bambino tuttavia era l’unico ad indossare un giubbotto di salvataggio, dettaglio che fa sperare nella sua salvezza. I genitori, disperati, stanno lanciando mille appelli per ritrovare il loro bambino. Il piccolo è alto circa 110 cm, ha gli occhi marroni, e i capelli castani con taglio a caschetto.
L’ipotesi è che possa essere in Italia
Ma Sasha potrebbe anche essere partito per l’Italia su uno dei tanti pullman al confine.
Un’amica di famiglia, Cristina, rinnova l’appello.
«I genitori rimasti in patria sono disperati. Chissà cos’è successo, forse era scioccato e non parlava più. I volontari dicono che è finito al confine con la Polonia, passando per L’viv e che al confine altri volontari l’hanno fatto salire su un pullman diretto in Italia con molti bambini, tutti rifugiati. Ho provato a contattare varie associazioni, anche la Croce Rossa, ma mi dicono tutti che non possono fare molto per via dell’identificazione di un bambino non accompagnato». Per ora non si hanno notizie certe sull’ubicazione del piccolo, che potrebbe essere ancora in Ucraina, ma le ricerche continuano.
Poiché la metà dei rifugiati di guerra è costituita da bambini e minori, l’Unicef segnala il bisogno di fornire protezione e sicurezza. L’organizzazione avverte anche sull’aumento del rischio di tratta e sfruttamento dei bambini. «Per cercare di ridurre i rischi che i bambini e i giovani corrono, stanno aumentando i “Blue Dots” nei Paesi che ospitano i rifugiati, tra cui Moldavia, Romania e Slovacchia. I “Blue Dots” sono spazi sicuri che possono fornire informazioni alle famiglie in viaggio, aiutare a identificare i minori non accompagnati e separati e garantire la loro protezione dallo sfruttamento e fungere da hub per l’accesso ai servizi essenziali».
Per qualsiasi informazione sul piccolo Sasha, le segnalazioni possono essere indirizzate alla signora Cristina (cristinakukuyan123@gmail.com).
Beatrice D’Uffizi
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