Poco prima dell’alba di venerdì primo aprile, c’è stata una serie di forti esplosioni in un deposito di carburante vicino alla città russa di Belgorod, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina. La Russia ha accusato l’esercito dell’Ucraina di avere condotto un attacco aereo con alcuni elicotteri, mentre dall’altra parte sono arrivate informazioni contraddittorie e poco chiare sull’operazione militare. La vicenda rientra tra i per ora casi isolati di attacchi dentro i confini russi, ma sta attirando attenzione tra analisti ed esperti, con valutazioni sui rischi di una eventuale estensione della guerra seguita all’invasione dell’Ucraina.
Il ministero della Difesa russo ha diffuso un comunicato per confermare l’attacco: «Gli elicotteri hanno colpito un deposito di carburante impiegato per scopi civili a Belgorod. In seguito all’attacco, condotto con missili, alcuni serbatoi sono rimasti danneggiati e sono andati a fuoco. La struttura era impiegata per il solo rifornimento di carburante per scopi civili».
L’esercito e il governo dell’Ucraina non hanno rivendicato espressamente l’attacco. Il ministro della Difesa ucraino, Dmytro Kuleba, ha detto di non avere informazioni a sufficienza sull’operazione: «Non posso né confermare né smentire le dichiarazioni su un coinvolgimento dell’Ucraina in questa vicenda, semplicemente perché non possiedo tutte le informazioni militari del caso».