Si parla quasi sempre di gas ed energia ma la verità è che la guerra in Ucraina sta scatenando una grave crisi alimentare. Un problema che sta colpendo soprattutto i paesi più poveri del mondo importatori di grano da Russia e Ucraina. Sono 35 milioni in meno le tonnellate di cereali che arriveranno nei paesi più bisognosi per questo a rischio carestia. Una crisi questa che ci riguarda anche direttamente con i grandi aumenti di pane e pasta che faranno scendere il numero di consumatori in Europa

La guerra in Ucraina e la crisi alimentare dei paesi più poveri

Ucraina e Russia sono due grandi Paesi agricoli e tra i principali esportatori di prodotti agricoli come grano, orzo e semi di girasole. Quello che sta accadendo apre innanzitutto un’emergenza alimentare per i milioni di ucraini profughi coinvolti nel conflitto. L’impegno delle agenzie Onu presenti sul campo per aiutare è enorme ma dobbiamo anche sapere che oltre 50 Paesi in Nord Africa, Medio Oriente e Asia dipendono per più del 30% del loro consumo di grano da Ucraina e Russia. Parliamo di Stati come Egitto, Bangladesh, Turchia, Iran, Libano, Tunisia, Libano, Pakistan”. È questo l’allarme lanciato dal vicedirettore generale della Fao, l’Agenzia Onu per l’agricoltura e l’alimentazione, Maurizio Martina.

Quest’anno è previsto che i paesi più bisognosi, dipendenti dalle importazioni russe e ucraine, riceveranno 35 milioni di tonnellate di cereali in meno. Nei paesi più poveri come la Tunisia è già cominciata la corsa ad accaparrarsi il pane. Questo non solo a causa dei danni diretti della guerra in Ucraina come l’interruzione di strade e vie, la chiusura dei porti ma anche per l’abbandono di diversi terreni degli agricoltori ucraini che in questa stagione di semina non potranno nemmeno essere coltivati. Un fatto grave che a lungo andare renderà la situazione alimentare mondiale intollerabile.

Una crisi che interessa direttamente anche l’Italia

L’allarme alimentare scatenato dalla guerra in Ucraina riguarda anche l’Europa e l’Italia. Il venir meno delle quote di grano russe e ucraine non ha generato tanto un allarme approvvigionamento europeo quanto un forte aumento dei prezzi dovuto al fatto che molti paesi vendono care le loro risorse. Assoutenti, citando i dati Ismea, l’istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, fa sapere che “con la guerra in Ucraina le quotazioni del grano sfiorano +40% e sono in arrivo aumenti dei prezzi per pane, pasta, crackers, biscotti e dolciumi che possono andare dal 15 al 30%”.

Aumenti che abbiamo già notato nelle nostre tasche con la conseguenza che avremo sempre prodotti alimentari a disposizione ma con costi cosi sempre meno affrontabili da un elevato numero di consumatori. Per questo diventano importantissime le raccomandazioni della Fao che richiede di tenere aperti i mercarti alimentari e dei fertilizzanti, di pensare alle conseguenze di sanzioni e restrizioni al loro export sulla vita di milioni dei persone.

Stefano Delle Cave

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