Voce potente, chioma rossa e corporatura esile: Milva è stata una delle più grandi cantanti italiane, scomparsa un anno fa. Venne soprannominata la “Pantera di Goro” negli anni in cui Mina era già la “Tigre di Cremona”, Iva Zanicchi “l’Aquila di Ligonchio” e Orietta Berti “l’Usignolo di Cavriago”.
Gli esordi di Milva
Milva raccontava nelle interviste di aver sempre cantanto, sin da piccolina, nei cortili di Goro; poi nel coro della Chiesa che frequentava, in seguito nel collegio delle Suore Canossiane dove studiava e nelle balere. Nel 1961 avvenne la sua prima partecipazione al Festival di Sanremo dove arrivò terza con la canzone Il mare nel cassetto. L’anno successivo partecipò nuovamente classificandosi seconda con Tango italiano: era l’inizio del suo successo.
Il pubblico la amò subito per la sua immagine potente, per la forza che portava in scena e per la sua voce e le melodie che sapeva intonare. Conquistò immediatamente una vasta popolarità anche per la linea melodica tradizionale seguita dalle sue canzoni. Si susseguirono altre partecipazioni ai Festival degli anni successivi, ma ben presto oltre alla musica leggera arrivò il teatro.
Il teatro di Brecht e Alexander Platz
L’incontro cruciale fu quello con Giorgio Strehler che la iniziò al teatro di Bertolt Brecht, di cui Milva diventerà negli anni la miglior interprete, riconosciuta a livello internazionale. In pochi anni divenne una delle più importanti attrici teatrali italiane con tour all’attivo in tutto il mondo: dall’Italia alla Germania, dalla Corea al Giappone. Tuttavia, non abbandonò la musica leggera. Continuò a pubblicare album collaborando con importanti musicisti come Ennio Morricone, Enzo Iannacci, Franco Battiato. Proprio Battiato nel 1981 scrisse per lei Alexander Platz, che diventerà anche il più grande successo commerciale di Milva.
Siamo ormai negli anni 80. Milva si è costruita una carriera che va in due direzioni che non si escludono vicendevolmente ma che, pur essendo così diverse, convivono in lei. Da una parte c’è la musica leggera, la canzone che le ha dato popolarità anche grazie alle partecipazioni a gare canore trasmesse in televisione. Dall’altra, il teatro più impegnato, colto, che le permette di pubblicare lavori di alto spessore culturale. Questo doppio binario su cui la sua carriera procede incuriosisce coloro che la amano per il repertorio leggero, facendoli scuriosare anche nella sua attività teatrale.
Il ritiro dalle scene e il ricordo di Milva
Purtroppo, negli ultimi anni, un’ammissione di colpe il pubblico della tv gliela deve: l’averla dimenticata dopo il suo ritiro dalle scene avvenuto nel 2010. Per questo Cristiano Malgioglio, suo grande amico, si è fortemente battuto affinchè nel 2018, sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, durante il Festival, venisse assegnato a Milva il Premio alla Carriera.
Se oggi pensiamo a Milva, pensiamo alla sua voce, ma anche alla sua immagine, all’icona di stile che ha rappresentato. Ha indossato abiti firmati dai più importanti stilisti: da Armani a Versace, passando per Ferrè. Così, proprio lo scorso 5 aprile, trenta dei suoi abiti sono stati battuti all’asta e con il ricavato verrà attivato il progetto che mira alla creazione del primo centro di cura di Milano incentrato sul rapporto arte, scienza e malattia. L’arte, ancora, come strumento di cura e riabilitativo.
Se qualcuno ha pensato, un anno fa, che la musica fosse finita oggi dovrà ricredersi, ancora una volta: la musica continua.
Giorgia Lanciotti
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