Ritirato il libro sulle femministe nere. La motivazione: l’autrice è una docente bianca. Critiche, voci, proteste. Questi movimenti hanno messo in crisi la casa editrice che ha deciso di ritirare dal mercato il saggio sul femminismo trap. Approfondiamo la questione qui su BRAVE.
Jennifer M. Buck parla di donne nere
Il caso singolare di Bad and Boujee: Toward a Trap Femminist Theology della docente di teologia Jennifer M. Buck edito da Wipf and Stock Publishers fa riflettere. Può una donna bianca parlare di donne nere? Ancora si discute sulla faccenda.
L’esperienza dei neri, la musica hip-hop, l’etica e il femminismo in questo libro si sovrappongono. Lo scopo dell’autrice, poi, è quello di soffermarsi sul “femminismo trap”. Jennifer M. Buck, docente bianca di un’università cristiana, non è riuscita nel suo intento come avrebbe voluto. Molte polemiche e dibattiti hanno travolto la sua opera. La casa editrice ha compiuto un passo indietro. Negli Usa non sfugge alle polemiche nemmeno la copertina del libro che illustra una donna afroamericana. La scelta è stata malvista dai critici. Anche questo dettaglio appesantisce la posizione di Jennifer M. Buck.
Accuratezza: il vero ingrediente principale
Molti in Italia gridano a “follie del politically correct”, ma la faccenda non è poi così semplice. Se leggiamo con un occhio più attento, testate americane come il New York Times approfondiscono la questione pensando al contenuto del libro. Il tema, infatti, è un dato imprescindibile per fare luce sulla faccenda. Lo stesso vale per il modo in cui si affrontano le questioni scrivendo. C’è un’accuratezza da parte dell’autrice? O si tratta di un occhio ancora troppo distante e che pretende di sapere?
Buck è stata accusata di appropriazione culturale e razziale e di mancanza di cura nelle sue ricerche. Sono stati dei critici ad affermarlo. Il dibattito sulla questione “può o no una donna bianca scrivere sulle donne nere?” è nato automaticamente.
Un testo accademico come questo affronta temi delicati, molto difficili da trattare se non vissuti o solo immaginati. Situa le esperienza delle donne nere e la spiritualità delle donne nere. Il fatto che non lo abbia scritto una donna nera ha avuto il suo peso, però forse non è solo questo. Tante polemiche arrivano da chi ha letto l’opera e si concentrano sui modi e sui contenuti. L’autrice, sembra aver cancellato le critiche più aspre dai suoi account social e pagine Amazon. Il suo account Instagram è diventato privato nel giro di pochi giorni.
Possono i neri scrivere dei bianchi? Il dibattito è stata solo una conseguenza
Fermarsi a dire frasi come “ormai” i bianchi non possono più parlare dei neri, o che questi concetti influenzino poi il giudizio dei critici è troppo poco.
I risultati e il giudizio di chi ha letto si fondano su dati, ricerche e studi più approfonditi di quanto generalmente si pensi.
Le critiche vengono da autori e teologi che definiscono il libro accademicamente imperfetto, con passaggi profondamente problematici, inclusi ripetuti riferimenti al ghetto. Il progetto è stato anche ampiamente condannato come mal eseguito e come esempio di appropriazione culturale. Buck nella sua introduzione dice brevemente di essere una donna “bianca etero, privilegiata” che “non ha vissuto le esperienze di una trap queen”, ma è stata attratta dal soggetto grazie al suo amore per l’hip-hop.
Sesali Bowen, pioniera del concetto di femminismo trap e autrice di “Bad Fat Black Girl: Notes From a Trap Feminist”, ha anche contestato l’incapacità dell’autrice di interagire adeguatamente con le donne nere che sono state le principali esperte sul campo.
Far tacere i bianchi riguardo i neri a prescindere, di fatto potrebbe annullare molti obbiettivi e missioni di lotte che hanno segnato la storia, ma il vissuto è una questione molto delicata, in cui la cura e la ricerca sono fondamentali. Questi ingredienti sono imprescindibili poi, se non si ha esperienza diretta. La responsabilità e la consapevolezza di essere in una posizione come quella dell’autrice di Bad and Boujee: Toward a Trap Femminist Theology, hanno il loro valore. Era inevitabile che non ci fossero delle conseguenze.
Si riflette al momento su cosa si sarebbe potuto fare per evitare l’episodio del ritiro del libro. La mancanza di approvazione da parte di esperti neri prima della pubblicazione ha contribuito al disastro? E perché questa mancanza all’interno di una casa editrice?
Articolo di Sofia Pucciotti