La guerra in Ucraina oltre alle vite umane sta mietendo un numero enorme di vittime di stupri. In questa guerra – e non solo – lo stupro diventa un’arma. 

La situazione in cui versa la popolazione ucraina è il segno di un’emergente crisi umanitaria. Purtroppo non è la prima volta che lo stupro subentra come arma nelle guerre, come mezzo per ribadire il dominio dei nemici sul territorio e sulla popolazione. 

L’intento è quello di cancellare un intero popolo. La Commissaria per i diritti umani ha recentemente detto: «Le violenze riguardano persone di ogni età, neonati, donne incinte. Uno degli obiettivi è rendere le ucraine sterili per realizzare il loro progetto di genocidio».

L’emergenza dello stupro come arma in Ucraina

Tra le cicatrici che la guerra in Ucraina sta lasciando sulla popolazione, c’è il dramma di donne e bambini che subiscono violenze di ogni tipo da parte dei militari russi. Le violenze denunciate sono oltre 80 mila. La Russia sta cercando di distruggere l’Ucraina sotto molteplici fronti e con ogni arma a disposizione. Lo stupro annienta la vita umana, proprio come una bomba, e mira a disintegrarne la dignità. E’ usato come un simbolo di sottomissione, di supremazia. 

Bucha, una cittadina a nord di Kiev, è diventata il simbolo delle atrocità compiute dai militari russi. Sono stati documentati ufficialmente 25 casi di donne tenute in uno scantinato, sistematicamente violentate dagli occupanti. Ma si tratta solo della punta dell’iceberg. Le autopsie condotte sui cadaveri nelle fosse comuni hanno rivelato che diverse donne sarebbero state stuprate prima di essere giustiziate dalle forze russe.

“La modalità sembra quella di un teatro dell’assurdo. I soldati russi hanno commesso stupri di gruppo davanti al maggior numero di spettatori possibile. Più persone assistevano alle violenze, tanto più piacere loro provavano nel compierle. È come se violentandole davanti agli altri, volessero affermare la loro forza e al tempo stesso umiliare tanto le donne, quanto il popolo ucraino tutto”. Così racconta la psicologa Alona Kryvuliak dell’organizzazione umanitaria “La Strada”. L’organizzazione è presente dal 1997 in Ucraina e si occupa di prevenire la violenza di genere e tratta di essere umani.

Data il crescente numero di segnalazioni di stupro nelle ultime settimane, diverse organizzazioni umanitarie internazionali hanno avviato la consegna di contraccettivi d’emergenza agli ospedali della nazione. L’Onu include da tempo gli strumenti di contraccezione d’emergenza nei cosiddetti “kit post-stupro” che distribuisce a donne e ragazze nelle zone di conflitto in tutto il mondo. Oltre alla contraccezione, i kit contengono in genere anche farmaci per prevenire malattie trasmissibili sessualmente come l’epatite B e l’Hiv. Fino ad oggi l’Onu ha inviato circa 40mila chili di forniture per la salute riproduttiva in Ucraina e 33 kit per la gestione clinica dello stupro.

Francesca Mazzini

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