La polizia nazionale ucraina ha riferito che le forze russe nelle ultime 12 ore hanno colpito alcuni dei centri abitati del Donetsk, distruggendo oltre quaranta edifici civili. Ad essere colpite dai nuovi bombardamenti sono state principalmente case e scuole. È poi l’intelligence britannica a diffondere la notizia di potenti blindati russi che sarebbero impegnati nell’offensiva sulla città orientale del Donbass.

Impossibile il cessate il fuoco e la ripresa del negoziato

Per Mykhailo Podolyak, capo di gabinetto del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, davvero impossibile pensare ad un cessate il fuoco senza un serio ritiro da parte delle forze armate russe dal territorio ucraino. “La guerra non si fermerebbe neanche dopo aver fatto concessioni. Ci sarebbe una pausa, ma dopo un po’, dopo aver ripristinato le armi ed i soldati persi, risolto gli errori e licenziati i generali, la Russia lancerebbe una nuova offensiva, ancora più sanguinosa e su scala maggiore”.

L’esponente ucraino ha definito più che “strani” gli appelli dell’Occidente per una tregua immediata. Per Kiev “Le forze russe devono lasciare il Paese prima che il processo di pace possa riprendere”. Da Mosca invece arrivano segnali distensivi. Vladimir Medinsky, capo dei negoziati russi nei colloqui con l’Ucraina per la pace, ha chiarito la posizione della Russia, pronta a riprendere il negoziato. “Da parte nostra, siamo pronti a continuare il dialogo. Il congelamento dei colloqui è stato interamente un’iniziativa dell’Ucraina. E anche ora la palla è completamente nel loro campo”. Queste le parole dell’assistente del Cremlino durante un’intervista alla TV bielorussa.

La posizione russa nel negoziato

Secondo Medinsky “la Russia non avrebbe mai rifiutato i colloqui”. Dall’inizio dell’offensiva militare russa, il 24 febbraio scorso, i colloqui tra le delegazioni russe e ucraine si sono svolti regolarmente sia di persona che in video-collegamento.

I ministri degli Esteri ucraini e russi si sono incontrati in Turchia a marzo e poi c’è stato un incontro delle delegazioni a Istambul. I risultati di questi e degli altri incontri non sono però mai concreti.

Ginevra Mattei

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