Dalla sabbia al pulviscolo, alle ceneri degli incendi: i vari tipi di polvere rilasciate sulla superficie del pianeta contribuiscono agli elementi responsabili del cambiamento climatico. Il prossimo studio della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) in collaborazione con la Nasa si concentrerà sullo studio e l’analisi di questi elementi tramite il satellite Emit.

Un nuovo elemento nell’analisi del cambiamento climatico: le polveri

La missione avrà come elemento centrale il satellite Emit. Le molecole assorbono e emettono radiazioni elettromagnetiche in modi diversi. Il satellite utilizzerà uno spettrometro per analizzare la luce proveniente dalla Terra, isolando determinate molecole grazie alle “firme” uniche di alcuni elementi. La composizione atmosferica viene rivelata dalla luce che rimbalza sulla sua superficie. Tale analisi è possibile grazie allo spettrometro di Emit, che in vista della missione sarà rivolto verso la Terra, alla ricerca di firme uniche di specifici materiali.

La missione ha più obiettivi: analizzare campioni di polveri per capire quali influiscono di più sulla temperatura del pianeta; oppure individuare quali regioni del mondo producono determinati tipi di polveri. Grazie alla composizione chimica della polvere gli scienziati possono anche comprendere il suo ruolo nel ciclo del carbonio. Il ferro delle polveri fertilizza gli oceani, fa crescere il fitoplancton, che assorbe CO2 durante la fotosintesi, che a sua volta è vitale per le creature dell’oceano che si cibano di piante, tenendo il carbonio fuori dall’atmosfera. la polvere, inoltre, insemina le nuvole, che ci danno pioggia e fungono da superficie riflettente contro l’energia solare.

Il contributo dell’uomo alla creazione delle polveri

Ovviamente gioca un ruolo importante anche l’azione umana: i disboscamenti infatti, come quello della foresta Amazzonica, trasformano le regioni umide in regioni secche, che producono polvere. “I cambiamenti umani nell’uso del suolo, così come i cambiamenti climatici che lo influenzano, possono alterare in modo significativo la distribuzione della polvere – afferma Andrew Gettelman, scienziato del National Center for Atmospheric Research– Comprendere le relazioni tra le superfici terrestri e l’aridità, e i cambiamenti nell’uso del suolo e la polvere, sarà molto importante“. Anche se non è tra gli obiettivi di Emit, questo studio potrebbe aiutare a rivelare le fonti di anidride carbonica e gas metano.

Giulio Rosati